Una delegazione della Provincia di Asti ha raggiunto ieri le popolazioni emiliane colpite dal sisma. Dichiara l’assessore alle politiche sociali Antonio Baudo: “Giunti sul territorio emiliano colpito dal sisma, si avverte immediatamente l’interesse della popolazione a salvaguardare il proprio territorio attraverso la ripresa delle attività coinvolte nel sisma. In molti casi gli imprenditori si sono organizzati con strutture mobili a lato dell’azienda, dove l’attività ordinaria non è cessata, ma, seppur ridotta, continua a vivere e a far vivere il territorio”.
A San Giacomo di Mirandola, frazione del Comune di Mirandola, la Regione Piemonte ha allestito due campi di accoglienza, distanti poche decine di metri uno dall’altro, che ospitano circa 500 residenti sfollati. Il campo, allestito con le attrezzature della Regione Piemonte, dei coordinamenti provinciali e delle Province, offre alla popolazione domiciliata temporaneamente la possibilità di vivere in modo dignitoso, con tende ombreggiate, moduli bagni e docce, zona lavanderia, zone ludiche per i piccoli, tenda adibita a luogo per il culto, magazzini per beni di prima necessità, struttura mensa utilizzata anche per attività collegiali.
Il volontariato piemontese sta lavorando intensamente per garantire il mantenimento delle normali condizioni di vita. La gestione è attribuita ad uno staff composto da tre funzionari (due della Regione Piemonte e uno delle Province); attualmente un funzionario della Provincia di Asti, Piercarlo Peppino, supporta i colleghi regionali, con il compito della logistica e della gestione delle squadre di volontariato presenti.
Racconta Baudo: “La giornata inizia presto: alle 7 è il momento del briefing per predisporre le attività della giornata; un primo break alle 13.00 è dedicato al pranzo, un secondo alle 20 per la cena. Subito dopo cena, si fa il punto su quanto svolto e su quanto rimane da fare e per l’organizzazione del giorno successivo. Indispensabile la burocrazia, imposta da situazioni di emergenza straordinarie come questa, che richiedono la massima attenzione sulla gestione dei fondi pubblici. Sino a tarda serata si redigono relazioni e prospetti per gli Enti coinvolti e per il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile”.
“Ogni emergenza presenza caratteristiche proprie: in Emilia sono maggiormente colpiti la parte imprenditoriale e i lavoratori; molti gli stranieri residenti che, oltre ad aver perso il domicilio, non hanno la sicurezza di ritrovare lo stesso posto di lavoro. Una cosa è certa: la gente del posto si è messa subito al lavoro, ovunque vi è testimonianza che si sta già operando per il recupero, con la speranza di ripartire prima possibile. I tempi saranno sicuramente maggiori per quelle opere architettoniche (chiese, campanili, torri, castelli, edifici monumentali) che richiedono interventi costosi e specifici”.
Continua l’assessore:“Ho chiesto se vi è necessità di qualche materiale, ma ho avuto rassicurazioni sul fatto che i Comuni, attraverso le proprie organizzazioni di protezione civile, stanno provvedendo ai fabbisogni. Anzi, mi è stato espressamente indicato che eventuali disponibilità non sono da veicolare direttamente nei luoghi dell’emergenza, ma solo dietro espressa richiesta degli Enti preposti alla gestione dell’emergenza; nel nostro caso, ogni disponibilità di risorse e materiali verrà raccolta dal servizio di protezione civile della Regione Piemonte, che provvederà poi, se necessario, a contattare e disporre in merito”.
Il presidente provinciale Maria Teresa Armosino ha ringraziato in particolar modo tutti coloro che hanno dato e daranno il proprio apporto sino alla fine dell’emergenza. “I nostri volontari e i nostri tecnici – ha dichiarato – continuano a distinguersi per disponibilità e professionalità nel momento del bisogno, anteponendo impegno e abnegazione, come ci insegnarono i volontari emiliani intervenuti durante i drammatici momenti seguiti all’alluvione del 1994”.