Che cosa hanno in comune parrucchieri, imbianchini, baristi, muratori, sarte, addetti alla catena di montaggio? Essere sottoposti, durante il lavoro, a movimenti e sforzi ripetuti a danno degli arti superiori, dalle spalle alle dita delle mani.

Un problema che gli operatori dello Spresal dell’Asl AT, il servizio che si occupa di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, sanno bene e che è riconosciuto come malattia professionale: ne soffrono soprattutto le donne, più spesso indirizzate a lavori di precisione, come l’assemblaggio di piccoli componenti nelle realtà produttive.

Negli anni sono state ricondotte all’attività lavorativa malattie come le tendinopatie del braccio (tendiniti di mano e polso) o del gomito (epicondiliti) oppure le periartriti scapolo-omerali (spalla). Sforzi ripetuti alla mano, complice anche un uso “spinto” del computer, possono causare la sindrome del tunnel carpale o il cosiddetto dito a scatto.

Tra le più attive a livello nazionale, l’Asl astigiana è anche l’unica in Piemonte ad aver istituito, all’interno dello Spresal, la Struttura “Ergonomia occupazionale” di cui sono responsabili Domenico Musto per la parte sanitaria e Sergio Ardissone per la valutazione del rischio.

L’attività si è concentrata, nel rispetto delle priorità indicate dalla Regione già nel 2005, sulle malattie muscolo-scheletriche da sforzo dovute ai gesti ripetuti e alla movimentazione manuale dei carichi. In Piemonte si stimano interessate 250 mila persone, con 100 mila nuovi casi all’anno: circa 53 mila sono causati dai movimenti ripetitivi sul lavoro.

Uno studio epidemiologico della Regione indica che l’Astigiano è tra le realtà maggiormente interessate dalla sindrome del tunnel carpale e primo in Piemonte per l’incidenza della malattia tra le donne: si ipotizza che il 35% dei 1500 interventi chirurgici eseguiti su pazienti residenti nell’Astigiano siano ricondotti all’attività lavorativa. Circa 500 le donne operate nel 2007: nel 2004 gli uomini che sono andati in sala chirurgica sono stati 112 e 429 le femmine.

Il tunnel carpale, malattia professionale riconosciuta dall’Inail, si manifesta con un formicolio notturno alla mano e, durante il giorno, con la difficoltà a reggere gli oggetti; può succedere che il problema non regredisca neanche dopo l’intervento chirurgico, il cui costo a carico dell’Asl è di circa 900 euro.

Per non disperdere risorse preziose, un ruolo importante lo gioca la prevenzione a partire dai luoghi di lavoro, con il coinvolgimento dei medici aziendali, ma anche di quelli di base e degli specialisti (ortopedici).

Già convocati nei mesi scorsi alla presenza del responsabile Spresal, Roberto Zanelli, e del procuratore della Repubblica Maurizio Laudi, i medici aziendali nei prossimi mesi saranno nuovamente contattati per ricevere indicazioni dettagliate sull’accertamento delle malattie muscolo-scheletriche da lavoro: la mancata segnalazione di queste patologie comporta, a carico loro, la denuncia all’autorità giudiziaria.

Tra i soggetti competenti, attualmente i patronati sindacali sono quelli che più frequentemente denunciano casi di malattie professionali. 

Nei prossimi mesi, intanto, Lo Spresal “mapperà” i settori produttivi e le singole aziende a rischio, concentrando su queste ultime le azioni preventive (come il rispetto delle pause lavorative) a tutela degli addetti.

In programma anche verifiche in agricoltura, settore in cui il rischio delle patologie collegate agli ambienti di lavoro appare sottostimato.