Sappiamo riconoscere i funghi che mangiamo? Otto persone su 10, cioè un mini campione formato al momento, questa mattina ha scambiato l’Armillaria mellea (le comuni famigliole) con l’Hypholoma sublateritium, tossico: ma è solo uno degli errori emersi dalla giornata informativa organizzata dall’Asl AT nella hall del Cardinal Massaia. Centinaia di persone si sono fermate a osservare le oltre quaranta specie di esemplari esposti, ponendo domande ai micologici dell’Azienda sanitaria e facendo spesso affermazioni che hanno preoccupato non poco gli esperti. “Per molte persone anziane, che sono poi quelle che hanno più tempo per andare a raccogliere i funghi – racconta Roberta Rota, uno dei quattro operatori qualificati del Centro micologico dell’Asl astigiana – la tossicità degli esemplari viene ‘provata’ attraverso le credenze popolari: c’è chi pensa, per esempio, che un fungo sia commestibile se risulta morsicato dalle lumache o, al contrario, che possa essere pericoloso se uno spicchio di aglio o una moneta, bolliti insieme al raccolto, si scuriscono. La verità è che le credenze popolari non reggono, l’unica certezza sulla commestibilità o meno del prodotto passa attraverso i controlli al nostro Centro micologico”. Appassionati o semplicemente curiosi: in molti si sono fermati a fare domande o a guardare. “Frequente il caso – racconta Marisa Panata, micologa Asl – di persone che conoscono i funghi con nomi comuni che non coincidono con quelli reali. Insomma ancora troppo spesso mancano le giuste informazioni”. Alle signore, attente anche all’aspetto culinario, consigli finalizzati alla tutela della salute: in molte hanno scoperto, ascoltando gli esperti, che la comunissima famigliola “va sempre prebollita per venti minuti e poi cucinata, per evitare intossicazioni”. Stupito, il pubblico, di fronte alle similitudini del Clitocybe nebularis, che nel fine settimana ha mandato sei persone al Pronto Soccorso del Massaia (causa vomito e dolori gastrointestinali, ma senza compromettere la funzionalità degli organi), con l’Entoloma sinuatum, fortemente tossico. E anche un po’ affascinato dalla temibile Amanita phalloides (velenosa mortale) o incuriosito dalle grandi mazze di tamburo (commestibili). Il merito della ricchezza espositiva va ai volontari del Gruppo micologico Camisola, che in un paio di giorni hanno reperito i funghi, poi distrutti al termine della mostra, nei boschi del Sassello e del Torinese: anche loro, con esempi e racconti di casi realmente accaduti, hanno contributo a far comprendere l’importanza di non sottovalutare la pericolosità della raccolta. E poi una raccomandazione ripetuta per tutta la mattinata: fare controllare i funghi al Centro micologico dell’Asl, che garantisce una consulenza gratuita e accoglie i raccoglitori anche fuori dall’orario stabilito: basta fare una telefonata allo 0141.484920 per prendere appuntamento. Il servizio è attivo nelle sedi di Asti, in via Conte Verde 125 (lunedì e venerdì, dalle 14 alle 15), e di Nizza Monferrato, piazza Cavour 2 (mercoledì, dalle 14 alle 15).