“Gentile Direttore, faccio seguito alle recenti vicende relative alla Biblioteca Astense e all’accusa di una mia latitanza come presidente di tale istituzione, con l’aggravante di una vacanza in Brasile in un momento tanto difficile per la città e per il paese. Faccio fatica a capire perché io, essendo un cittadino che svolge un lavoro onesto, che paga le sue tasse fino all’ultimo centesimo e che ha passato tutta la scorsa estate lavorando, debba giustificare un viaggio nel periodo invernale. Voglio tuttavia fornire, anche se non dovuta, una spiegazione. Per mia fortuna sono uno scrittore tradotto in tutto il mondo. La mia presenza in Brasile è da riferire all’invito di Intrìnseca, mio editore locale in occasione dell’uscita di “Memorias de um vendedor de mulheres”,  edizione in portoghese del mio romanzo “Appunti di un venditore di donne”. Essendo in loco ho pensato di conoscere meglio un paese che mi era del tutto ignoto e mi sono fermato più del dovuto. Senza tuttavia scordarmi di  mantenere i contatti e di tenermi al corrente su quanto stava succedendo in città, in quanto interpreto in modo responsabile il mio incarico che, tendo a sottolineare, è svolto a titolo gratuito. Proprio per questo, il giorno prima della mia partenza, ho voluto un incontro con il Sindaco per fare il punto della situazione e discutere i problemi della Biblioteca Astense e sincerami che ci si stesse occupando della loro soluzione. Soluzione che non fa capo a me né dipende dalla mia maggiore e minore applicazione, ma solo dalle decisioni di altre istituzioni nelle quali non ho voce in capitolo. Io non sono un politico, non ho mai voluto esserlo e non vorrò esserlo mai. Non sono dunque alla ricerca di un riflettore sotto il quale posizionarmi in funzione di progetti futuri. Posso dire di avere accettato questo incarico con entusiasmo e con la presunzione di poter fare qualcosa per la mia città e per la biblioteca, che è punto di riferimento della cultura cittadina e luogo di aggregazione per persone di ogni fascia di età. La mia amarezza deriva dal fatto che, mentre il mio viaggio all’estero ha dato spunto ad un attacco pretestuoso e infondato, la campagna “Adotta uno scaffale” della quale sono stato testimonial e che ad oggi ha portato nelle casse della biblioteca 26.500 euro è passata del tutto inosservata, senza che nessuno trovasse il tempo o la volontà di annotare con la stessa rilevanza un merito sul mio personale cartellino. Ho in progetto altre iniziative per fare in modo che la cultura della biblioteca produca un gettito da reinvestire in cultura, non in sostituzione dei finanziamenti dovuti dalle istituzioni ma a loro integrazione, per fornire un servizio sempre migliore. Se non dovessi riuscirci, non sarà necessario che qualcuno venga a chiedermi di farmi da parte: lo farò io di mia volontà. Per questo non ho bisogno di firmare nessun contratto con gli astigiani in quanto, fra persone per bene, basta una stretta di mano, come si faceva una volta. La ringrazio per lo spazio il tempo che vorrà dedicarmi e la saluto cordialmente”. Giorgio Faletti