MASSIMO FIORIO - gazzetta d'astiLe attività della clinica Sant’Anna rischiano di essere fortemente compromesse dalle politiche regionali: a preoccupare sono, in particolare, gli effetti della delibera che riconverte i posti letto per le attività di post-acuzie nelle strutture sanitarie private accreditate e l’assegnazione del budget per il 2013. I due problemi sono stati approfonditi, nei giorni scorsi, dal deputato Massimo Fiorio con il Consiglio di amministrazione della casa di cura, guidato dal presidente Gianmaria Piacenza, e con il direttore sanitario Alberto Peveraro. “La situazione – indica il parlamentare astigiano – è molto delicata, a partire dalla situazione economica: gli amministratori della clinica, interamente rinnovata con la costruzione della nuova sede attivata nel 2010, indicano che, se la Regione non modificherà il budget di quest’anno, a essere messa in pericolo sarebbe la sopravvivenza stessa della struttura. La clinica ha 60 posti letto definitivamente accreditati in fascia A, fascia massima di eccellenza, con il servizio sanitario regionale (altri 20 posti letto sono privati). Tuttavia il budget assegnato è di 3 milioni 186 mila euro, al di sotto della quota di 3 milioni e mezzo stanziata quando i posti letto erano ancora 53 e solo provvisoriamente accreditati”. La riduzione del budget interessa anche altre case di cura piemontesi, i cui rappresentanti si confronteranno presto con la Regione secondo un calendario di incontri che terminerà a fine mese. Un altro aspetto fortemente problematico è rappresentato dalla delibera del luglio scorso che prevede la riconversione dei posti letto post-acuzie (per quei pazienti, cioè, che una volta dimessi dall’ospedale necessitano ancora di essere seguiti): per la clinica Sant’Anna, a partire dal 1° gennaio 2014 significherebbe perdere i 20 posti letto dedicati alla rieducazione e riabilitazione funzionale di primo livello per destinarli alla continuità assistenziale. Il provvedimento regionale, indicano alla casa di cura, penalizzerebbe pazienti, come gli anziani che devono seguire la riabilitazione per la frattura del femore, che dopo le dimissioni dall’ospedale non saprebbero dove andare. Ancora una volta non si terrebbero in conto le esigenze del territorio e dell’utenza. “Nonostante manchino solo due mesi e mezzo all’entrata in vigore del provvedimento – spiega Fiorio, raccogliendo le perplessità dei dirigenti della struttura astigiana – la Regione non ha ancora indicato le tipologie di pazienti da inviare alle cliniche in regime di continuità assistenziale: per la Sant’Anna si tratterà, come oggi, di persone con patologie ortopediche e neurologiche? Saranno soggetti autosufficienti o no? Fino a quando questi interrogativi non verranno sciolti, l’incertezza continuerà a condizionare pesantemente la programmazione della casa di cura, anche rispetto al personale infermieristico e medico specialistico da impiegare per le patologie che bisognerà seguire in continuità assistenziale”. Difficile in queste condizioni, ha segnalato il presidente Piacenza durante l’incontro, predisporre il bilancio preventivo 2014. Inoltre la mancata definizione dei pazienti da accogliere solleva dubbi, nei vertici della struttura, sulla possibilità di riuscire a occupare stabilmente i 20 posti letto sottratti al recupero e alla riabilitazione funzionale. “La delibera regionale – sottolinea Fiorio – mette la clinica Sant’Anna, e tutte le altre case di cura accreditate, con le spalle al muro: le obbliga infatti ad accettare la riconversione perché, in caso contrario, i posti letto interessati entrerebbero automaticamente nella rete di degenza privata e perderebbero l’accreditamento con il servizio sanitario regionale. Un’azione di pressione, se non si vuole usare la parola ricatto, che spingerà numerose strutture, dopo essere state costrette a firmare l’accordo con la Regione, a opporsi attraverso le vie legali”. “La clinica Sant’Anna potrebbe essere tra queste” aggiunge il deputato astigiano, che commenta  intanto positivamente “l’impegno nazionale per la sanità, rispetto alla Regione, espresso dalla legge di stabilità varata ieri dal Consiglio dei ministri”.