Dopo settimane di trattative, il 24 agosto l’accordo sul Moscato è stato siglato dalla commissione paritetica, composta da una parte industriale e da una parte agricola, con la mediazione dell’assessorato regionale all’Agricoltura.
L’accordo prevede una resa di 108 quintali per ettaro, con un compenso di 105,50 euro netti al quintale (106,50 lordi), e un ulteriore contributo di un euro al quintale per il fondo di parte agricola costituito nel 2010 (di cui 0,70 euro ai produttori per la gestione dell’accordo ed i restanti 0,30 ai vigneti con particolari difficoltà di coltura individuati dalla apposita commissione, il tutto a carico delle industrie). Inoltre, viene confermato il sistema per la determinazione delle rese negli anni successivi introdotto nel 2010, che prevede un range di giacenze compreso tra i 200mila ed i 250mila ettolitri al 31 agosto di ogni anno.
Soddisfatto dell’accordo l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, mediatore tra le parti: “Dopo settimane di trattative sterili, finalmente il senso di responsabilità dei componenti la paritetica ha consentito in extremis di chiudere l’accordo. Da questo documento si evince un buon incremento della remuneratività per gli agricoltori, che passa dai 100 a 105,5 euro netti al quintale. La resa è stata responsabilmente ridotta dai 115 quintali del 2011 ai 108 di quest’anno, garantendo da un lato il ripristino delle scorte e dall’altro una maggiore attenzione per scongiurare l’eccesso di produzione. Inoltre, la riserva per il fondo agricolo e per i suri tutela gli oltre 300 ettari con pendenza elevata dove è più difficile produrre e si sono poste le basi per l’accordo 2013 con un prezzo minimo di 106,5 euro al quintale lordo e resa minima garantita di 100 quintali per ettaro”.
Il presidente della Regione, Roberto Cota, ha definito l’accordo “non soltanto un risultato importante per la filiera del vitivinicolo, ma un punto fermo per uno dei settori più vivaci e trainanti della nostra economia. Il Piemonte continua a puntare molto sulle proprie eccellenze enogastronomiche e i risultati mi sembra continuino a darci ragione”.