Il “Gruppo cittadini Tanaro e Borbore Asti”, guidato da Luciano Montanella, ha consegnato al commissario straordinario della Provincia, Alberto Ardia, le osservazioni sul progetto Val.pel per la costruzione di una centrale idroelettrica sul Tanaro: permangono forti perplessità su come si è giunti a selezionare la proposta. Come si ricorderà, la Provincia ha accordato la preferenza al piano Val.pel disponendo il diniego all’autorizzazione dei due progetti concorrenti firmati dalle società Spert e Sif. “Diamo molta importanza – indica Montanella – al tema della sicurezza ambientale, ritenendo prioritari i principi di precauzione e prevenzione. Con il nostro documento vogliamo dare un contributo per giungere alla scelta del miglior progetto: non mettiamo, infatti, in discussione l’utilità della centrale idroelettrica, ma la trasparenza e coerenza di valutazione della Provincia sulle tre proposte presentate”. All’ente presieduto da Ardia si chiede di approfondire venti aspetti procedurali e progettuali che destano dubbi e preoccupazione tra gli abitanti delle aree del Tanaro e del Borbore: sono le stesse questioni che il Gruppo cittadini ha già esposto sinteticamente, nelle settimane scorse, in prefettura (alla presenza del viceprefetto vicario Paolo Ponta) e in Provincia (presenti il commissario Ardia, il segretario generale Livia Scuncio, il dirigente del Servizio Ambiente Paolo Biletta). Il documento rileva contraddizioni sulla motivazione di scelta del progetto Val.pel. Quest’ultimo, poiché considerato equivalente sotto il profilo tecnico-ambientale alle altre due proposte, è stato selezionato dalla Provincia in virtù di quanto stabilito da un decreto del presidente della Giunta Regionale del 2003: vale a dire perché presentato per primo, in ordine di tempo, rispetto alle altre due proposte. “Ma un esame approfondito della pratica – spiega Montanella, residente nell’area interessata alla centrale e pescatore esperto – mostra chiaramente come, dopo essere stato preso in esame, il progetto Val.pel sia stato oggetto di continue modifiche, con tre varianti prima della cosiddetta relazione finale di istruttoria, con la quale la Provincia ha accordato la preferenza a Val.pel. Ci chiediamo se questa procedura sia regolare. Noi riteniamo che i tre progetti non sia equivalenti, ma anzi differiscano profondamente su aspetti significativi, come la potenza della centrale, il suo rendimento e l’energia prodotta, le compensazioni di legge a favore del Comune, la scala di risalita della fauna ittica, l’impatto ambientale determinato dallo sbarramento lungo il Tanaro. Dall’esame della documentazione emerge, per esempio, come la Val.pel preveda uno sbarramento maggiore (1 metro e 80 centimetri) per arrivare a produrre una quantità di energia minore rispetto al piano di una delle società concorrenti che prevede un impianto capace di produrre più energia con uno sbarramento di 30 centimetri inferiore”. Altro problema considerato di fondamentale importanza dal Gruppo cittadini: il rigurgito a monte, provocato dallo sbarramento Val.pel, è stato quantificato fino all’aprile scorso (dopo quella data la Provincia ha fatto altre affermazioni) in 1800 metri a monte della traversa posta a valle del ponte ferroviario Asti-Acqui. Il reflusso coinvolge il Borbore, la cui foce in Tanaro è posta a circa 1300 metri dalla traversa. “Permangono in noi – dice Montanella – serissime preoccupazioni che il rigurgito vada anche a coinvolgere gli scolmatori fognari, posti su entrambe le sponde del Tanaro, gestiti dall’Asp. Quest’ultima non è mai stata consultata, tantomeno convocata nella Conferenza dei servizi che ha preso in esame i tre progetti: un aspetto che ci fa interrogare sulla regolarità delle procedure istruttorie e autorizzative”. Il documento consegnato in Provincia rileva inoltre che il reflusso dell’impianto Val.pel potrebbe determinare “continue sedimentazioni anche sul corpo idrico del Borbore: inavvertibili a breve scadenza, ma che nel tempo può provocare drammatiche conseguenze sull’equilibrio idraulico Tanaro-Borbore: ma di questa questione la Provincia non fa cenno nei propri documenti”. Il carteggio interno tra l’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) di Alessandria e l’Aipo di Parma rileva invece acclarate difficoltà nell’interpretazione dei dati idraulici del progetto Val.pel. Altre perplessità del Gruppo cittadini: perché gli uffici competenti della Provincia non hanno valutato allo stesso modo il progetto Sif ritenuto meno impattante dall’Aipo? Come mai la cartografia utilizzata ai fini della procedura non tiene conto dello spostamento della foce del Borbore in Tanaro (circa 200 metri a valle) avvenuto dopo l’alluvione del 1994? Perché non si è pensato di acquisire autonomamente, o a carico delle ditte, un rilievo plani-altimetrico? Infine manca agli atti del procedimento la relazione paesaggistica; altrettanto dicasi della mancata richiesta, alle autorità idrauliche, di comparazione congiunta dei progetti in concorrenza (seppure evidenziato da Aipo Parma). “Su questo aspetto, per noi di preminente interesse – sottolinea il Gruppo cittadini, che sulla vicenda della centrale idroelettrica opera in sintonia con il Comune di Asti – siamo a ribadire con forza come la Provincia abbia sorvolato sull’approfondimento delle problematiche ambientali determinate dal progetto Val.pel con il rigurgito, l’erosione spondale, la posa in alveo di manufatti in cemento armato non autorizzati da Aipo, ma che, in caso di emergenza, impedirebbero il normale deflusso dell’acqua”.