La Fashion Revolution Week (dal 24 al 29 aprile) chiama a raccolta tutti coloro che vogliono creare un futuro etico e sostenibile per la moda, chiedendo maggiore trasparenza durante tutta la filiera fino al consumatore finale. La campagna pone a tutti una semplice domanda: “Chi ha fatto i miei vestiti?”. Per rispondere basterà indossare gli abiti al contrario, con l’etichetta bene in vista, fotografarsi e condividere le foto attraverso i social media (Facebook, Twitter, Instagram) con l’hashtag #WhoMadeMyClothes #FashRev, taggando i grandi marchi della moda e condividendo le loro risposte. Durante la settimana, in 92 Paesi del mondo, si succederanno eventi e iniziative per sostenere un grande, unico messaggio di giustizia e celebrare la moda come forza di cambiamento, mostrando il proprio sostegno a chi vuole creare filiere trasparenti, etiche e giuste. Ad essere coinvolti saranno tutti coloro che operano nel mondo della moda, dai coltivatori di cotone ai lavoratori delle fabbriche, dai grandi marchi ai negozi di abbigliamento, dai consumatori agli attivisti. Ad Asti l’evento principale è stato programmato per sabato 29 aprile, dalle 16, in via Cavour 83 su strada con l’allestimento di laboratori di artigianato tessile: maglieria ai ferri, uncinetto, sfilatura di cotone. Maestri artigiani ed allievi sotto la supervisione di Piera Demartini della Bottega di Evelina di via  Giobert daranno dimostrazione pratica delle singole lavorazioni  per far comprendere in modo concreto il lavoro che sta dietro ad una capo o ad un accessorio di abbigliamento. Inoltre viene proposto un laboratorio pratico aperto a tutti  di creazione borse in cotone . E’ necessario prenotarsi telefonando allo 0141-321869. Per maggiori informazioni: http://fashionrevolution.org/country/italy/  

fashion-week-lab_rgb-1-680x380 La moda è una forza importante, di cui tenere conto nella nostra società. Può suscitare emozioni, provocare, guidare, affascinare. Il 24 aprile 2013, 1133 persone sono morte e molte altre sono state ferite quando il complesso produttivo di Rana Plaza, a Dhaka, in Bangldesh, è crollato. Fashion Revolution dice: basta! Crediamo in un’industria della moda che rispetti le persone, l’ambiente, la creatività e il profitto in eguale misura. Insieme, useremo il potere dell’industria della moda per catalizzare il cambiamento e ridare dignità alla catena di produzione. “Fashion Revolution Day vuole essere il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente – commenta Marina Spadafora, direttrice creativa di Auteurs du Monde, la linea di moda etica di Altromercato, e coordinatrice del Fashion Revolution Day in Italia. –Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo”. Unisciti a noi dal 24 al 30 Aprile 2017, indossa un indumento al contrario, scatta una foto e postala sui social chiedendo ai brand “Chi ha fatto i miei vestiti?” Il maestro Bernardo Bertolucci, il creativo Elio Fiorucci, il musicista Saturnino Celani, l’artista/attice Domiziana Giordano, l’attore e regista Giampiero Judica, il tenore Noah Stewart, il filmmaker Jordan Stone: sono alcuni dei personaggi che, facendosi ritrarre con gli abiti al contrario, hanno aderito al Fashion Revolution Day. #WhoMadeMyClothes #FashRev Incuriosisciti, scopri di più, fai qualcosa. Carry Somers, fashion designer britannica e co-fondatrice di  Fashion Revolution: “Quando tutto nell’industria della moda è focalizzato sul profitto, i diritti umani, l’ambiente e i diritti dei lavoratori vengono persi. Questo deve finire, abbiamo deciso di mobilitare le persone in tutto il mondo per farsi delle domande. Scopri. Fai qualcosa. L’acquisto è l’ultimo click nel lungo viaggio che coinvolge migliaia di persone: la forza lavoro invisibile dietro ai vestiti che indossiamo. Non sappiamo più chi sono le persone che fanno i nostri vestiti, quindi è facile far finta di non vedere e come risultato milioni di persone stanno soffrendo, perfino morendo”. Orsola de Castro, stilista italiana: “Fashion Revolution verte sul costruire un futuro nel quale incidenti del genere non succedano mai più. Noi crediamo che conoscere chi fa i nostri vestiti sia il primo passo per trasformare l’industria della moda. Sapere chi fa i nostri vestiti richiede trasparenza, e questo implica apertura, onestà, comunicazione e responsabilità. Riconnettere i legami rotti e celebrare la relazione tra clienti e le persone che producono i nostri vestiti, scarpe, accessori e gioielli – tutto quello che chiamiamo fashion”. rava e fava logo

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