Si spengono i motori al crossodromo di Valmanera.  Il Tar Piemonte ha accolto nei giorni scorsi il ricorso presentato dal Wwf in cui veniva richiesta la sospensione della attività agonistica e non dopo che, nel marzo scorso, la giunta Galvagno autorizzò l’utilizzo dell’impianto in deroga per l’anno 2012.
Sono bastate poche ora perché la notizia si diffondesse in città, anche grazie al
tam tam dei social network.
Su Facebook, ad esempio, è in atto una vera e propria “intifada” tra ambientalisti e crossisti con la politica che non sta a guardare e, anzi, attraverso le voci di alcuni autorevoli esponenti di centro destra e centro sinistra, polarizza ancor di più lo scontro.
Nel gruppo “Valmanera circuit official group” (che conta circa 1000 iscritti) si registra il maggior malcontento e in molti sollevano dubbi sulla reale necessità dell’azione intrapresa dal Wwf.
“Gli animali non si toccano, ok, ma dopo 40 anni non credo che il rumore impedisca loro di stare bene o altro”, scrive, ad esempio, Barbara Bettinelli.
“Ma è possibile che in sto paese di ambientalisti e animalisti tutti si sentono in dovere di rompere “le scatole” al prossimo? – gli fa eco Lorenzo Damiano – I signori del Wwf non hanno detto niente alla cementificazione selvaggia alle porte di Asti, dove aggregati urbani per centri commerciali devastano e cementificano alla pazzia in nome del consumismo”.
C’è poi chi, come Giorgio Raviola, chiede a gran voce una manifestazione davanti al palazzo civico mentre altri già discutono dell’opportunità di avviare una petizione.
Lo stesso livore s’incontra anche nei commenti degli esponenti politici, con in prima linea il consigliere del Partito Democratico Enrico Panirossi, già bersaglio nei mesi scorsi di feroci attacchi da parte di alcuni sostenitori del Pdl.
“C’è un mito da sfatare in merito alla questione Valmanera – scrive Panirossi – Il ricorso al Tar non è stato presentato da una truppa di ecoestremisti. O “ecostronzi”, secondo l’elegante definizione usata in campagna elettorale dallo staff Facebook di Galvagno. Non si poteva infatti immaginare altro esito per l’assurda scelta della precedente amministrazione, ovvero aprire la pista in deroga, in attesa della valutazione ambientale strategica sulla sanatoria varata dalla ex Giunta. Secondo logica, le due cose sarebbero dovute avvenire in ordine inverso: prima la valutazione degli impatti, quindi l’eventuale permesso a praticare un’attività. Come già successo in passato, gli ostacoli all’attività dell’impianto non sono da imputare a un gruppo di fissati, ma a una vicenda urbanistica costellata d’irregolarità”.
Panirossi lancia bordate anche sullo sviluppo economico della zona: “Il motocross non ha contribuito allo sviluppo della zona, né della città: nessuna nuova infrastruttura, nessuna attività commerciale. I residenti e l’ambiente di Valmanera hanno subito tutte le ricadute negative della pista (traffico, rumore, inquinamento), mentre i vantaggi economici sono rimasti appannaggio dei gestori”.
Il commento di Panirossi, come prevedibile, ha sollevato un vespaio di polemiche.
“Lo chiedete voi a questo Panirossi – scrive Francesco Li Causi della Fiamma Tricolore – quanto possa portare opportunità turistiche, economiche e allo sviluppo della zona, una pista ciclabile?”
Ancor più tranchant il commento di Gianpaolo Pennino (Noi per Asti): “Il signor Panirossi forse non sa che l’impianto era fonte di “guadagni ” indotti per molte attività cittadine e soprattutto per l’ACTA. Peccato che in quegli anni lui prendesse ancora il latte nel biberon!!!!”.
Una “tirata d’orecchie”, come scrive lo stesso Pennino, che si dice tuttavia disponibile ad aiutare Panirossi “a fin di bene per la nostra città”.
Dalla piazza mediatica a quella reale il passo è breve; il centrodestra ha già presentato un’interrogazione a firma del capogruppo del Popolo della Libertà in consiglio comunale, Fabrizio Imerito, in cui viene richiesto al sindaco Brignolo se l’Amministrazione comunale intenda “ricorrere al Consiglio di Stato e se intenda dar corso alla prosecuzione dell’iter della variante attraverso l’approvazione del progetto preliminare in modo da regolarizzare dal punto di vista urbanistico uno dei più importanti impianti motoristici italiani”.
Nel fuoco incrociato tenta di far chiarezza Giancarlo Dapavo di Legambiente, proponendo una personale sintesi dell’ormai ventennale dibattito: “I boschi di Valmanera sono stati dichiarati dalla regione Piemonte (“giunta di destra”) già negli anni ‘90 zona protetta per la tutela del paesaggio e dell’ambiente. Successivamente la comunità europea ha istituito il SIC, sito di importanza comunitaria (in tutti i paesi d’Europa dopo l’istituzione di un SIC il luogo diventa parco o nazionale o regionale)”.
Dapavo elenca, infine, i motivi del “No”: “La presenza di un’attività motoristica in zone agricole, di rispetto ambientale, non sono permesse per molti motivi importanti. Limiti di emissioni acustiche 60 DB, ridurre i livelli d’inquinamento atmosferico, non sono permessi inquinanti al suolo e nelle falde d’acqua. La pista da motoscross non è mai stata autorizzata da nessuno, anzi, la regione Piemonte (giunta Ghigo) aveva prodotto un documento dove dichiarava abusiva l’attività motoristica a Valmanera e impegnava le autorità competenti di chiuderla. Non siamo mai stati contrari a nessun sport ma la pista da cross la facciano in una zona più idonea”.
Insomma, ormai non ci resta altro che attendere la prossima puntata dell’interminabile “econovelas”.

Fabio Ruffinengo