SPECIALE VINITALY – “Nuove date stessa passione” recitava il pay off del Vinitaly di quest’anno. E i numeri parlano di una scommessa vinta, sulla nuova durata di quattro giornate, da domenica a mercoledì, visitatori professionali in crescita dall’estero e soprattutto dal canale horeca italiano, giunti già nella giornata di lunedì. “Un cambio geniale – lo definisce Michele Chiarlo – con una straordinaria presenza di Americani, Russi, Asiatici, ma anche Sudamericani”.
Buona quindi la presenza tra gli stand di buyer esteri, “con un grande ritorno di Stati Uniti e Canada – dice Ettore Riello, presidente di Veronafiere –, oltre che da tutti i Paesi consumatori emergenti asiatici con la Cina che entra nella nostra top 10, dalla Russia, dal Nord Europa, dalla Francia, ma anche massicciamente dalla Germania per un totale di oltre 140 mila  visitatori da 120 Paesi. La percentuale di quelli esteri è cresciuta arrivando al 35 per cento del totale”.

Dal Piemonte, al Vinitaly era arrivato un esercito di 600 espositori e sull’importanza dell’export è intervenuto anche Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio dell’Asti DOCG: “In un periodo di riduzione delle risorse finanziarie da parte dell’ente pubblico occorre fare sistema per ottimizzare, razionalizzare e integrare le attività di promozione in Italia e soprattutto all’estero”.
Il consorzio festeggia i suoi quarant’anni, con ottimi dati: l’area di produzione del vitigno Moscato bianco DOCG è di 9.700 ettari su un territorio di 52 comuni tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo; il riconoscimento della DOCG è del 1993, la produzione 2011 ammonta a 107 milioni di bottiglie (+ 15% rispetto al 2010) di cui 82 milioni di Asti DOCG (+13% rispetto al 2010), 25 milioni di Moscato d’Asti DOCG (+25% rispetto al 2010); con mercati divisi tra l’85% dell’export e il 15% dell’Italia.
“E’ stato il Vintaly dell’export” ha commentato Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini. “Il bilancio è positivo – ha detto Domenico Zonin – con una buona affluenza fin dalla domenica”.
“Abbiamo avuto moltissime presenze qualificate e diversificate da Cina, Hong Kong, Taiwan, Corea, India, Sudamerica, Stati Uniti” dice José Rallo di Donnafugata, “ma anche dall’Italia – dice Anna Abbona di Marchesi di Barolo – con molti rappresentanti del segmento horeca dalle regioni del sud”.
Proprio sul canale horeca gli organizzatori di Vinitaly avevano puntato ripensando la formula della manifestazione e la loro crescita tra gli stand di Vinitaly fa ben sperare per la ripresa del mercato interno perché – come sostiene Chiarlo – “ci serve anche il contatto con chi propone i nostri vini al consumatore finale”.
Importante la conferma dei media presenti da oltre 45 Paesi (Usa, Germania, Russia in testa), con oltre 2.500 giornalisti accreditati in rappresentanza di oltre 170 radio e tv, 105 quotidiani e 110 testate online.
MN