L’inizio della stagione estiva segna un ideale “giro di boa” in ambito agricolo ed è tempo per analizzare l’andamento dei primi sei mesi di produzione, nei principali settori merceologici dell’Astigiano, e proporre una previsione sull’evoluzione dell’annata in corso. L’analisi è affidata al settore tecnico di Confagricoltura Asti, diretto da Luisella Torchio, che nell’ottica di un miglioramento dei servizi offerti ai propri associati è stato di recente riorganizzato in tre macro zone (nord, centro e sud) per garantire una presenza capillare sul territorio. Enrico Masenga, dottore agronomo e segretario degli uffici zonali di Villanova e San Damiano d’Asti, delinea un’annata agraria con tante luci ma anche alcune ombre, specie su mais e soia. Per quanto riguarda il nocciolo, il cui potenziale produttivo è in costante crescita soprattutto nell’Astigiano con una superficie investita che è aumentata, dal 2010 al 2015, di 885 ettari, Masenga sottolinea che “l’inverno mite ha favorito le fioriture e si prevede una buona produzione, conferma ne è l’elevata presenta di frutti sulle piante”. Un segnale incoraggiante per i numerosi imprenditori agricoli che si stanno interessando alle opportunità offerte dal settore, come dimostrato dalla massiccia partecipazione ai tre incontri sul tema promossi, nel mese di giugno, dai tecnici di Confagricoltura Asti in collaborazione con Ascopiemonte. “Per quanto riguarda il grano e l’orzo – prosegue Masenga –  l’autunno e l’inverno miti hanno favorito l’accestimento quindi le coltivazioni si presentano fitte e ben radicate. A differenza degli ultimi due anni, in cui ad inizio giugno si sono verificati periodi di elevato calore che avevano bloccato l’accrescimento delle cariossidi, quest’anno il clima fresco sta favorendo la maturazione e quindi si prevedono delle produzioni superiori alla media”. Anche dal punto di vista sanitario, nonostante le piogge ad intermittenza, in media i campi di grano si presentano “senza particolari sintomi di fusariosi e con le foglie a bandiera sane anche negli appezzamenti non trattati con il fungicida”. Segnali negativi giungono invece dal mais: “Le temperature basse, che favoriscono i cereali autunno vernini, stanno rallentando lo sviluppo del mais – puntualizza Masenga –  che per essere performante richiede temperature più alte. In media la coltura si presenta indietro nel ciclo di almeno dieci giorni, questo indipendentemente dall’epoca di semina”. E’ tuttavia ancora troppo presto per fare previsioni sull’andamento del raccolto: “Sarà determinante la piovosità del mese di luglio. Partendo da un inverno e una primavera con precipitazioni di molto sotto la media si deve sperare in un estate con un fenomeni temporaleschi ben distribuiti e temperature non eccessive, non possiamo infatti contare su una riserva idrica di fondo come negli anni tradizionali”. Problemi sanitari, invece, per la soia visto il clima con piogge così distribuite che genera difficoltà di contenimento delle infestanti a nascita scalare. “E’ quindi indispensabile – consiglia l’agronomo di Confagricoltura Asti – un monitoraggio costante dei campi e non lesinare ad effettuare più interventi di diserbo”. Semaforo verde infine per le colture foraggere: sono iniziati da poco i primi tagli, mediamente con soddisfazione sia per la qualità che la quantità di fieno. Per quanto riguarda l’aspetto fitosanitario, in generale, non si rilevano particolari problematicità: nonostante le piogge diffuse, la primavera asciutta ha contrastato lo sviluppo delle malattie fungine e quindi con normali trattamenti fitosanitari è possibile tenere sotto controllo la situazione. L’analisi è condivisa dai colleghi agronomi Beppe Tunesi, segretario di Confagricoltura Asti per le zone di Asti, Montechiaro e Costigliole, e Sandro Menotti, responsabile dell’ufficio di Nizza Monferrato, i quali integrano con un  approfondimento sulle produzioni viticole attese dopo una vendemmia, quella del 2015, che Confagricoltura Asti per prima ha definito “da ricordare”. Tunesi e Menotti sono concordi nell’affermare che il tempo instabile, caratterizzante tutto il mese di maggio e la prima quindicina di giugno con temporali pressoché giornalieri, sta ostacolando le attività in vigna. Preoccupano anche le grandinate, a macchia di leopardo sul territorio provinciale, che in taluni casi hanno generato danni consistenti alle colture. “Non si registrano variazioni di produzioni e le rese attese sono nei limiti dei disciplinari.  Si prevede quindi un’annata molto produttiva e non anticipata ma il rischio è che dal punto di vista qualitativo non sia tra le più prospere”. Luisella Torchio conclude con una dura riflessione rivolta alla Regione Piemonte: “Le bizzarrie del meteo sono una variabile che non possiamo controllare e siamo costretti ad accettare ma i disastri, nel nostro territorio, non vengono solo dal cielo. Mi riferisco a quelli creati dal palazzo di corso Stati Uniti, sede della direzione regionale del settore agricoltura. E’ sconvolgente che a distanza di mesi, e dopo reiterate richieste di modifica, il PSR si sia rivelato un documento inutilizzabile e che la stessa dannosa situazione si sia verificata nella gestione delle domande PAC. Il Sistema Piemonte è una ragnatela burocratica che ingabbia, e soffoca, chiunque si avvicini al mondo agricolo”.