confargicolturaL’AiPo, l’agenzia che si occupa della messa in sicurezza e dei progetti che riguardano il fiume Po e tutti i corsi d’acqua del suo bacino, chiede agli agricoltori di tutelare il territorio, ma dimentica che molti indennizzi dei lavori svolti sui loro fondi agricoli dopo l’alluvione del 1994 devono ancora essere saldati. È quello che emerge dalla lettera inviata in questi giorni dall’AiPo a enti pubblici e associazioni agricole di categoria. Nella missiva, denunciando carenza di personale AiPo, si chiede agli agricoltori di segnalare tempestivamente “eventuali problematiche che dovessero essere rilevate dai frontisti o da chiunque, sulle scarpate dei manufatti arginali presenti sui rispettivi territori comunali”. Una “chiamata” in piena regola nella quale, tuttavia, non si fa cenno di quanto gli agricoltori siano già stati disponibili quando, dopo gli eventi disastrosi di vent’anni fa, misero a disposizione i propri fondi, già danneggiati dalle piene fluviali, per la costruzione di difese a cui avrebbero dovuto corrispondere indennizzi che in molti casi non sono stati ancora liquidati. “L’AiPo chiede agli agricoltori frontisti e alle loro organizzazioni di categoria di fare da tutori del territorio – è il commento amaro di Confagricoltura Asti – . Saremmo molto felici di collaborare, del resto da sempre tuteliamo territorio e paesaggio, ma vorremmo anche che chi ha avuto la realizzazione di opere idrauliche sui propri fondi ricevesse gli indennizzi previsti. Ci sono aziende che devono ancora ricevere il saldo dal 1994. Comprendiamo – aggiunge Confagricoltura Asti – la carenza di personale, tuttavia anche gli agricoltori devono avere i loro giusti indennizzi, nel rispetto di una reciprocità di ruoli e compiti che non può in nessun modo essere elusa o dimenticata”.