Una larga fascia di popolazione astigiana denuncia problemi nell’assistenza sanitaria. Riguardo questi problemi si è svolto ieri, giovedì 29 novembre, un Consiglio comunale aperto a interventi da parte del pubblico. Molti dei problemi sono originati dagli provvedimenti legislativi statali e regionali. Roberto Marasso (Federazione Italiana Medici) ha denunciato come negli ultimi anni siano stati messi molti ostacoli burocratici tra medici e cittadini con svantaggi per entrambi. Inoltre Asti, priva da qualche anno di presidi sanitari privati, soffre di difficoltà nella programmazione sanitaria che mettono a dura prova l’organizzazione dell’ospedale “Cardinal Massaja”. Le difficoltà del personale, che risente anche dello scarso “turn over” unito all’allungamento della vita lavorativa, sono state ribadite da Adriana Capriolo (Rsu Cgil). La diminuzione dei trasferimenti all’Asl mette in crisi anche le associazioni di volontariato convenzionate come la Croce Verde, rappresentata dal presidente astigiano Giorgio Bertolino. Il direttore generale dell’Asl Valter Galante ha tracciato un quadro dell’azienda sanitaria che finora è riuscita a restare a galla tagliando i margini di guadagno per i fornitori e gli apporti di personale esterno. Durante il dibattito successivo alcuni consiglieri intervenuti hanno posto l’accento sulle liste di attesa che creano forti problemi ai malati di alcuni disturbi che non rientrano tra le urgenze (per curare una cataratta si può dovere aspettare anche un anno). La diminuzione dei posti letto degli ospedali rende poi necessario provvedere a un’assistenza di migliore qualità per i malati che si trovano a trascorrere una convalescenza domiciliare. Alla fine è stato approvato all’unanimità dei presenti un ordine del giorno ottenuto unendo le richieste della maggioranza con quelle di alcuni esponenti dell’opposizione (Federazione della Sinistra e Noi per Asti) che impegna il sindaco a un monitoraggio sulle prestazioni sanitarie erogate sul territorio cittadino. Inoltre vengono espresse forti critiche su due proposte avanzate dalla Regione: le Federazioni Sanitarie che porterebbero Asti sotto il coordinamento di Alessandria e il Fondo per gli immobili sanitari al quale verrebbero conferiti i palazzi di proprietà dell’Asl sedi passate e presenti di presidi sanitari. Michele Cascioli