Il futuro della sanità astigiana torna prepotentemente sotto i riflettori, con il consiglio comunale aperto convocato lunedì prossimo proprio per discutere sulla paventata riforma della sanità, che la giunta Cota sta tentando di confezionare dal momento della sua elezione, e che spaventa molto la comunità astigiana, tra annunciati e poi smentiti accorpamenti con Alessandria e presunti tagli di reparti.

Il consiglio comunale è stato convocato su sollecitazione della minoranza di centro sinistra, Partito Democratico, Italia dei Valori, Uniti per le frazioni, Sinistra e libertà.

“Vogliamo far capire la reale portata della delibera regionale, che, per Asti, prevede accorpamenti di reparti e tagli di posti letto. – afferma Fabrizio Brignolo, capogruppo Pd in consiglio comunale – E’ surreale che il centro destra tenti di negare ciò che è scritto nero su bianco, che i nostri rappresentanti istituzionali minimizzino un vero e proprio scippo ai danni dei cittadini astigiani. Che lo facciano per trascuratezza o per non scontrarsi con i loro maggiorenti regionali ci interessa poco. Ci interessano di più i servizi e gli investimenti che Asti perderà. Se accorpare reparti e ospedali può avere senso nelle aree metropolitane, in una provincia come la nostra, l’unione con Alessandria significa solo peggiorare e di molto la vita dei nostri concittadini. Senza dimenticare i posti di lavoro che ruotano intorno al Cardinal Massaia, tremilacinquecento tra diretti e indiretti”.

Un’accusa quella ai rappresentanti istituzionali, diretta alle giunte di centro destra in Comune e Provincia.

Il sindaco Giorgio Galvagno accetta la sfida e rilancia annunciando la creazione di una consulta indipendente di esperti del settore sanitario per valutare la proposta di riforma regionale. “Sono contrario a battaglie ideologiche o strumentali, però se la proposta della Regione è quella che emerge dalle indiscrezioni circolate nelle ultime settimane, non possiamo accettarla. Sono contrario ad accorpamenti con Alessandria, lo dico dall’autunno scorso. L’ospedale di Asti non può essere subordinato, va bene la rete di servizi, ma in condizioni paritarie. Anzi mi aspetto che il Cardinal Massaia, già su buoni livelli di efficienza, continui ad essere migliorato, soprattutto investendo sul pronto soccorso, sul centro prelievi, in reparti di primaria importanza come la cardiologia”.

Queste sono le premesse, con il sindaco che conferma le sue riserve sulla riforma Cota. Vedremo come si svilupperà il dibattito.

Massimiliano Bianco