131220consorzioUBE14Rientrano Martini&Rossi, dopo cinque anni, Fontanafredda, dopo sette, Toso, dopo due anni, e a sorpresa anche la Gancia.  Appianate le divergenze centrifughe degli anni passati, sotto il marchio del Consorzio dell’Asti si riaggregano duque le grandi aziende produttrici per la soddisfazione del presidente Gianni Marzagalli che nel suo discorso ha riconosciuto di essersi prodigato, dall’inizio del mandato nel maggio 2012 “affinché il Consorzio ritornasse ad essere la casa di tutti, una casa di vetro con l’adeguata rappresentanza di ogni categoria della filiera agro-industriale, riaffermando il suo ruolo centrale nel governo della Denominazione Asti e Moscato d’Asti docg”. Oggi il Consorzio può contare su una rappresentatività di più del 90% dell’intera produzione imbottigliata di Asti e Moscato d’Asti docg e Marzagalli sceglie una metafora calcistica per descrivere questa posizione: “Il Consorzio è adesso pronto a scendere in campo con una squadra vincente”. Per assicurare pienamente la funzione di “organismo interprofessionale” che il Ministero dell’Agricoltura ha riconosciuto al Consorzio occorrerà promuovere anche una maggiore adesione di viticoltori del Moscato “per equilibrare e rafforzare la presenza e la titolarità della parte agricola”. Nel corso del 2013 sono state avviate iniziative che da un lato hanno profilato il consumatore di Asti nel mondo (prevalentemente un soggetto femminile con un un vissuto domestico legato alla tradizione delle feste canoniche), dall’altro hanno portato avanti progetti di comunicazione per il mercato domestico e quello straniero come Asti Hour, Lady Asti, o Brinda con l’Asti insieme a noi. E’ stato anche costruito un gruppo di coordinamento per la creazione di un protocollo di difesa integrata con la sperimentazione di metodologie in grado di valutare l’impronta ecologica di prodotti e servizi legati all’Asti e il conseguente impatto ambientale, e sul piano della ricerca, insieme all’Assessorato regionale all’Agricoltura, è proseguita la lotta alla flavescenza dorata. Rassicuranti i numeri:  i dati di imbottigliamento tra il 1° gennaio e il 19 dicembre 2013 danno conto di una crescita dell’11% rispetto al 2012, con oltre 74milioni di bottiglie di Asti docg e circa 24milioni di Moscato d’Asti (+5% rispetto al 2012) per un totale di oltre 98milioni di bottiglie. I periodi più intensi per la vendita restano quelli delle feste, e i principali paesi di riferimento per l’export sono Germania, Russia, Stati Uniti, Lettonia, Regno Unito, Francia, Austria, Giappone, Danimarca, Belgio. Da fonte Istat, il confronto con il principale antagonista dell’Asti, il Prosecco, evidenzia un prezzo medio a bottiglia di 2,90 euro (Prosecco) contro 2,67 (Asti). Sull’estero il Prosecco piace più dell’Asti nel Regno Unito, in Belgio, in Francia e in Norvegia mentre l’Asti prevale in Svizzera e in Russia. MN