L’assessore regionale alla Sanità e Politiche Sociali, Caterina Ferrero, interverrà venerdì 3 dicembre al convegno “Utenti visibili e invisibili nella sanità: tre esempi affrontati dall’Asl AT con progetti innovativi” ospitato, alle 16, sulla balconata interna del Cardinal Massaia.
“Con soddisfazione – sottolinea Luigi Robino, direttore generale dell’Asl AT – accogliamo Caterina Ferrero, alla sua prima presenza come assessore regionale nella nostra Azienda. Siamo convinti che i tre progetti innovativi di cui parleremo hanno tutte le carte in regola per essere replicati anche in altre realtà sanitarie piemontesi”.
Ma chi sono gli utenti visibili e invisibili al centro del convegno? Fanno, per esempio, parte dei primi le 650 persone che quotidianamente fruiscono dell’accesso a tempo zero per le visite ambulatoriali all’ospedale Cardinal Massaia, mentre sono utenti invisibili i cosiddetti svantaggiati seguiti dagli operatori sanitari in contesti protetti: i pazienti del servizio psichiatrico, coinvolti dall’onoterapia e dall’orto ecologico prescelto da Slow Food per coltivare le biodiversità del territorio astigiano, e quelli che, attraverso il centro diurno (“drop in”), lottano contro la dipendenza da droga, alcol e videogiochi.
“L’accesso a tempo zero, l’onoterapia con l’orto biologico, il centro diurno – indica Robino – rappresentano per l’Asl modi innovativi per servire meglio l’utenza e dare una risposta clinica e sociale al suo bisogno di salute e benessere”.
I lavori, a ingresso libero, inizieranno alle 16 con il saluto del direttore generale.
La tematica degli utenti visibili sarà affidata a Donatella Ciaceri, direttore del Massaia, che evidenzierà, dati alla mano, i vantaggi dell’accesso a tempo zero.
Due le sezioni dedicate agli utenti invisibili: la prima riguarderà i malati psichiatrici e sarà aperta da Caterina Corbascio, direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl AT, che approfondirà il legame tra lavoro e guarigione in questo settore. Gabriella Sala, assistente sociale, racconterà le aspettative e i risultati dalla parte dei pazienti psichiatrici che nell’ultimo anno sono stati coinvolti dal progetto sull’onoterapia (cura degli asini). L’altra esperienza che li sta impegnando da qualche mese, la coltivazione dell’orto ecologico situato all’esterno del Massaia, sarà trattata da Silvio Barbero, vicepresidente di Slow Food Italia, che ha di recente proposto all’Asl uno specifico progetto di collaborazione costituita da due moduli formativi: il primo incentrato sulla coltivazione di uno spazio dedicato alla biodiversità, il secondo all’educazione sensoriale. Proprio durante il convegno Robino e Barbero sottoscriveranno il protocollo d’intesa.
La seconda sezione incentrata sugli utenti invisibili focalizzerà l’attenzione sulle persone con problemi di dipendenza. Dopo l’introduzione di Maurizio Ruschena, direttore del Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl AT, chiamato a spiegare perché l’innovazione determina risparmi sui costi sanitari e sociali, si darà la parola a Elena Baisi e Giuseppe Pavan (“Il ‘drop in’ e la riduzione del danno”) e a Monica Alessio (“Inserimenti lavorativi ‘su misura’ per soggetti con problemi di dipendenza”). Baisi e Alessio sono rispettivamente tutor e psicologa della Cooperativa Jokko di Asti, Pavan è educatore professionale al Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl AT.
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Uno spazio del convegno sarà riservato alle politiche sociali del Comune di Asti rivolte agli utenti invisibili: l’assessore delegato Pierfranco Verrua relazionerà su “Le borse lavoro, il dormitorio e la mensa sociale: tre salvagenti per le persone svantaggiate”.
Intorno alle 18,15 i lavori saranno aperti alle domande e osservazioni dal pubblico.
Conclusioni entro le 19.  ?
I PROGETTI INNOVATIVI DELL’ASL AT
L’accesso a tempo zero. E’ un’esperienza unica in Piemonte, attivata all’ospedale Cardinal Massaia, che consente di accedere alla prima visita di un percorso diagnostico-terapeutico, o a determinati esami, esclusivamente con l’impegnativa del medico di famiglia, senza doversi prenotare al CUP. In questo modo per il paziente non si creano tempi di attesa.
Le specialità  coinvolte sono Cardiologia, Dermatologia, Gastroenterologia, Laboratorio Analisi, Maxillo Facciale, Neurologia, Oculistica, Ortopedia, Otorinolaringoiatria, Radiologia, Urologia.
Nel 2009 hanno avuto accesso agli ambulatori 32.227 utenti.
L’onoterapia per pazienti psichiatrici. E’ una modalità che sfrutta alcune caratteristiche proprie dell’asino (paziente, curioso, intelligente, morbido al tatto, empatico, amante delle coccole e con un tasso di aggressività nullo) per entrare in comunicazione con soggetti che hanno difficoltà relazionali, emotive e affettive. L’asino è, infatti, un animale dai sensi altamente sviluppati e dotato di una intelligenza particolare che esige l’instaurarsi di una relazione con colui che gli sta di fronte.
Della cura dei sette asini si occupano attualmente quattro utenti psichiatrici assunti a tempo indeterminato, dalla cooperativa sociale Il Cerchio Aperto, o con borse lavoro.   
L’orto ecologico per pazienti psichiatrici. E’ uno spazio, situato nell’area esterna dell’ospedale Cardinal Massaia, seguito dagli utenti in cura al servizio psichiatrico.
In questa area verde si coltivano i prodotti stagionali del territorio astigiano ed è  stato ricavato un piccolo giardino delle erbe aromatiche. Coltivando la terra e raccogliendone i frutti, i pazienti recuperano un contatto diretto con la natura, attraverso la manualità, riscoprendosi di nuovo utili.   
Il centro diurno (“drop in”) per pazienti tossicodipendenti. E’ una struttura a bassa soglia, attiva al Dipartimento delle Dipendenze, finanziata dalla Regione e gestita dalla cooperativa sociale Jokko. Punta a rinforzare la motivazione al cambiamento di soggetti con problematiche di tossicodipendenza, con ridotte risorse sociali ed economiche, ancora coinvolti nell’uso di sostanze e in comportamenti a rischio. Allo stesso modo la struttura si rivolge a chi ha problemi di dipendenza con l’alcol e i videogiochi. A tutti i pazienti si offrono accoglienza e attività per far recuperare loro un ritmo di vita “normale”, scandito cioè da regole, spazi, orari e relazioni interpersonali.