In pochi giorni la questione della vendita dell’Oasi dell’Immacolata ha assunto i toni di una vera querelle, sullo stile di quella del teleriscaldamento. Una discussione dove tutti, come durante i mondiali di calcio, sono allenatori della nazionale. Sono nati comitati spontanei di cittadini per dire no alla trasformazione del già pensionato di proprietà del Seminario vescovile in un supermercato. I consiglieri della nuova minoranza hanno chiesto un consiglio comunale aperto a riguardo, mentre c’è chi ha proposto soluzioni diverse a quella dell’attività commerciale. Dall’hospice, una proposta già presentata dalla Diocesi e poi cassata con il diritto di prelazione avanzato dall’allora presidente dell’ex Maina Doglione, al centro congressi, pronto a ospitare convegni a livello nazionale e internazionale. Fino al Campus Universitario, ultima ipotesi avanzata nei giorni scorsi da Confcommercio in vista del potenziamento del Corso di laurea in scienze motorie. Notizia dei giorni scorsi che l’assessorato all’Urbanistica del Comune ha presentato attraverso il suo ufficio tecnico un preavviso di diniego alla dichiarazione di inizio lavori. Attualmente il progetto è al vaglio degli architetti della proprietà. Non parliamo del Seminario Vescovile, però. C’è infatti un compromesso depositato da un notaio che sigla la vendita dell’ex Oasi a un privato.  Una vendita vincolata all’attuazione del progetto. Non sarà quindi la Diocesi di Asti a costruire, nell’eventualità che il progetto passasse, il supermercato. Non è stato il Seminario Vescovile ad aver trattato con la dirigenza della Coop, catena che dovrebbe, almeno sulla carta, trasferire il suo punto vendita da via Monti a via Foscolo. Le trattative sono state fatte dal compratore dell’Oasi, non dalla Diocesi che di fatto ha firmato la vendita dello stabile (vendita comunque vincolata al progetto). “C’è un compromesso notarile vincolato alla realizzazione del progetto – precisa ulteriormente don Attilio Novo, economo della Diocesi -. Dopo il primo diniego dell’ufficio tecnico gli architetti del compratore stanno compiendo delle valutazioni. Attualmente la situazione è in stand by”. La proprietà (l’acquirente privato firmatario del compromesso con il Seminario) ha quindi dieci giorni di tempo per presentare osservazioni e documentazioni idonee per superare le contrarietà contestate. Quindi l’ufficio tecnico avrà altri giorni per analizzare la nuova documentazione e solo allora si saprà cosa ne sarà del progetto di creare un supermercato sull’area dell’Oasi. Se il piano verrà approvato si sancirà il trasferimento della Coop, Un progetto da 1.700 metri quadri di punto vendita, oltre a 700 metri quadri di magazzini e 4.000 metri quadri di area parcheggio Intanto però prosegue la petizione per dire no alla supermercato indetta dal comitato spontaneo di cittadini il cui portavoce è Paolo Montrucchio. Il Comitato si troverà domenica 23 luglio, alle 11, nel bar Cocchi. La raccolta firme on line, al momento di andare in stampa, contava su oltre 1200 sottoscrizioni. La vicenda è balzata anche agli onori delle cronache regionali con l’arrivo delle telecamere del TgR di Rai Tre.