“Motocross aperto subito e sempre”.  E’ il messaggio perentorio che viene rivolto dai commercianti di Valmanera alle istituzioni, una dura reazione dopo la chiusura della pista decisa dal Tar Piemonte che ha accolto nei giorni scorsi un ricorso presentato dal Wwf. Nell’accesa battaglia tra ecologisti e crossisti prende la parola Marco Crosetti, gestore dell’hotel ristorante “La Fertè” e fratello di Gianpiero Crosetti, titolare e presidente del Valmanera Circuit, definito da alcuni “Il tempio del motocross”.
Signor Crosetti, qual è stata la sua reazione una volta appresa la decisione del Tar. Se lo aspettava?
La decisione ci ha colpiti tutti di sorpresa. Sapevamo che il Wwf aveva presentato ricorso al Tar ma non ci aspettavamo una risposta in così breve termine e ovviamente non con questo esito; abbiamo fatto tanti investimenti e molte gare sono già in programma
Quando parla di “investimenti” si riferisce ai 27 mila euro già elargiti per la VAS (Valutazione di impatto strategico), giusto?
Sì, era il primo acconto alla ditta che era stata incaricata, tramite appalto, dal Comune per procedere alla valutazione della VIA.
La pista di Valmanera genera introiti per i commercianti della zona o i guadagni, come sostenuto dal consigliere comunale Enrico Panirossi (Pd), sono a stretto appannaggio dei gestori?
Nell’ultima settimana la risposta a questa domanda è giunta da sola. Tutti hanno visto il cartello che è stato affisso a Valmanera, in questi tre giorni di festa del paese, dove i commercianti della zona hanno firmato per la riapertura della pista. E’ difficile pensare che il tracciato non possa portare degli introiti: un’attrazione tale richiama centinaia di piloti sia italiani che stranieri tutti i week end. Sarebbe troppo facile per me dire che la pista porta degli incassi, gestendo un albergo ristorante nella zona (La Fertè n.d.R.), ma se lo dicono anche gli altri significa che un principio di verità c’è.
Secondo lei l’inquinamento (acustico e non) prodotto dal crossodromo influisce o meno sulla qualità dell’ambiente circostante?
Un campo di motocross inquina meno rispetto ad altre aziende che scaricano nei fiumi o che inquinano l’aria con i fumi. Se le aziende vendono queste moto e la Comunità Europea da il benestare perché vengano commercializzate,  è normale che anche le emissioni siano nella norma. Per quanto riguarda il rumore, invece, l’Arpa era lo scoglio più difficile ma l’abbiamo superato con estrema tranquillità, spendendo altri 10 mila euro di valutazione dell’impatto sonoro avvalendoci della consulenza dello studio Pisani di Torino, che è uno dei leader nel settore, i cui test dimostrano che siamo ampiamente sotto il limite di decibel consentiti. Le valutazioni di questo studio prendono in considerazione tutti i parametri di legge, abbiamo addirittura piantato un microfono a Villa Paolina che misurava il rumore percepito. Non è vero, come è stato detto dal Wwf, che gli ambientalisti non riescono a svolgere le loro attività per il “rumore assordante.  Non sentono assolutamente nulla; si sente di più un auto che passa sotto la strada ed il valore è stato misurato.   
Se la sentenza del Tar diventasse definitiva sareste disposti ad individuare una nuova locazione dell’impianto nell’Astigiano?
L’ipotesi non è neanche da prendere in considerazione. La questione non è che non vogliamo spostarci da Valmanera bensì dove potremmo installare una nuova pista da motocross. Chi pagherebbe tutte le spese per l’eventuale spostamento? Non stiamo parlando di un sentiero delimitato da delle fettucce, stiamo parlando di un impianto internazionale.
Quali provvedimenti desiderereste mettesse in campo l’Amministrazione comunale a difesa della pista? Il sindaco Brignolo ha già annunciato che non ricorrerà al Consiglio di Stato.
Brignolo è rimasto coerente con il pensiero del suo schieramento. Sapevamo bene che con l’arrivo di una nuova Amministrazione sarebbe stato più difficile continuare la strada che era stata intrapresa ma allo stesso tempo, Brignolo, aveva affermato che avrebbe proseguito sulle posizioni prese dalla precedente giunta Galvagno riguardo tanti aspetti, tra cui appunto la pista e la Tangenziale Sud Ovest. Mi ricordo anche che in campagna elettorale Brignolo si faceva forte di uno slogan: “E’ facile fare il sindaco, basta ascoltare la gente”.  Se ascoltare la gente significa ascoltare solo quei pochi ambientalisti del Wwf , che difendono le proprie idee, piuttosto che dare ascolto a un’enorme maggioranza di persone, lo trovo un po’ un controsenso. La nostra speranza è che il vicesindaco Arri mantenga la posizione che aveva quando era all’opposizione, ossia favorevole all’apertura della pista. Dico anche un’altra cosa: piantiamola con questa storia del turismo ambientale. Cosa verrebbero a vedere gli stranieri? Non c’è un lago, non c’è un fiume, non siamo ai piedi delle montagne, insomma, non viviamo in un posto particolarmente attraente dal punto di vista ambientale. Se si volessero fare delle piste ciclabili, si facciano pure, non mettiamo naso nelle altre faccende, ma non capiamo perché certi debbano prendere sempre questa posizione fondamentalista sul motocross. Ci sono degli interessi sotto, soprattutto per la posizione. Se fossimo a Quarto fregherebbe niente a nessuno.
Avete in mente nuove iniziative di protesta? Se sì, quali?
Tutto potrebbe essere utile ma al contempo tutto potrebbe portare delle problematiche. Non aspettiamo sereni il ricorso al Tar che abbiamo presentato a fine mese, sperando si valuti più severamente tutta la situazione. Giovedì ci sarà un incontro pubblico a Valmanera organizzato dalla Lega Nord ma non vorrei che la vicenda assumesse i contorni di una battaglia politica, il problema minore è proprio lo schieramento politico.
Nei prossimi giorni affiggeremo un nuovo cartello al limitar di Valmanera in cui chiederemo, a chi se la sente, di firmare pro o contro la pista. Forse l’unica soluzione è proprio questa: una raccolta firme.

Fabio Ruffinengo