Ogni anno il 1° dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale per la lotta contro l’AIDS, istituita nel 1998 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, per ricordare i progressi compiuti nella cura, nella prevenzione e nell’informazione dell’HIV/AIDS e sensibilizzare la comunità internazionale e i singoli individui all’impegno verso le nuove sfide che l’epidemia  pone e gli obiettivi non ancora raggiunti. La data del 1° dicembre è stata scelta perché il primo caso di AIDS è stato diagnosticato il 1° dicembre 1981 negli USA. In questi 30 anni l’AIDS ha ucciso oltre 25 milioni di persone, diventando una delle epidemie più distruttive che la storia ricordi. La situazione in Piemonte Dal 1999, circa 4.000 persone che vivono in Piemonte hanno scoperto di aver contratto l’infezione da HIV:  sono circa  300  all’anno. Nel  2011,  le  nuove  diagnosi  di  infezione  da  HIV  sono  state  in  totale  262,  le diagnosi di malattia (AIDS) sono state 68. L’andamento dal 1999 al 2011 appare stabile, mentre in valore assoluto, nel 2011, si registra un calo di 37 casi rispetto all’anno precedente. Nel 2011, le province con più elevato tasso di incidenza (per 100.000 abitanti) di infezione da HIV/AIDS sono Novara (7,5), Torino (6,9), Alessandria (5,9) e Verbano-Cusio-Ossola (4,9). Nel 2011, tra i nuovi casi di diagnosi di infezione da HIV/AIDS, i  maschi  rappresentano  circa  il  74% del totale. Le donne sono più presenti nelle classi di età giovani-adulte (19-34 anni) mentre i maschi sono più numerosi  delle  donne  dai  35  anni  in  avanti.  Negli  ultimi  cinque  anni  (2007-2011),  la  fascia  di  età  più frequente tra le nuove diagnosi di infezione da HIV è quella che va dai 34 ai 44 anni. Nel 2011 tra i nuovi casi di diagnosi di infezione da HIV/AIDS gli stranieri rappresentano il 34%. L’infezione  da  HIV/AIDS  in  Piemonte,  così come  a  livello  nazionale  ed  europeo,  si  trasmette per  via sessuale in 3 casi su 4. Dal 2008 si registra una crescita dei rapporti omo e bisessuali non protetti tra le modalità di trasmissione. Negli ultimi tre anni, tra gli uomini, questa modalità risulta la più frequente (48%). Sono  in  costante  calo  dal  1999  le  infezioni  attribuibili  allo  scambio  di  siringhe  non sterili  tra consumatori  di  droghe  per  via  endovenosa  (6%  dei  casi  totali  del  2011),  nel  1999  questa  modalità rappresentava il 22% delle diagnosi dell’anno. E’ ancora molto alto il numero di persone che nella nostra regione arrivano troppo tardi alla diagnosi o perché  già  in  AIDS  conclamato  o  perché  l’infezione  HIV  è  progredita  al  punto  da  compromettere  il successo delle cure. Nel 2011, il 36% delle persone con nuova diagnosi di HIV ha effettuato la diagnosi in ritardo. Negli ultimi due anni si registra la quota più elevata del quinquennio 2007-2011. Tra gli stranieri è più alta la quota di ritardo (38%) rispetto agli italiani (32%). Inoltre, arrivano maggiormente in ritardo (35%)  le  persone  che  attribuiscono  alla  trasmissione  sessuale  la  propria  modalità  di  acquisizione dell’infezione rispetto a chi ha fatto scambio di siringhe non sterili (26%). E’  in  costante  aumento  il  numero  delle  persone  che  vivono  in  Piemonte  con  l’infezione  da  HIV/AIDS, che ha raggiunto all’inizio del 2012 circa le 7600 unità, pari a 1,7 casi ogni 1.000 abitanti. Il 22,5% delle persone che vivono oggi in Piemonte con l’HIV/AIDS ha meno di 40 anni, le donne corrispondono al 30% circa del totale, mentre gli stranieri rappresentano circa il 18%. L’infezione da HIV/AIDS rappresenta ancora una dei principali problemi di sanità pubblica nella nostra regione  sia  per  numerosità  sia  per  gravità.  I  suoi  determinanti  sono  prevalentemente  legati  a comportamenti  sessuali  (rapporti  sessuali  non  protetti)  che  non    vengono  adeguatamente  percepiti come rischiosi. La prevenzione resta la principale arma a disposizione, gli interventi devono però essere modulati in base  alle  caratteristiche  delle  persone  a  rischio  a  cui  si  rivolgono  (donne,  giovani,  maschi  che  hanno rapporti sessuali con maschi).