Più i sogni sono grandi, più sono facili da realizzare, perché sono tante le persone che vengono coinvolte e che ci credono”. Queste le parole della presidente del gruppo Rinascita, in riferimento al progetto di ristrutturazione di Cascina Graziella di Santa Maria di Moncalvo, bene confiscato alla mafia, destinata a diventare un centro di accoglienza per donne in difficoltà, vittime di violenze e soprusi. Ad inaugurare il cantiere è stato Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, insieme al Sindaco di Moncalvo e al Prefetto di Asti. La giornata è iniziata con la prima mietitura del grano coltivato in un campo di pertinenza di Cascina Graziella; grano che servirà alla produzione di prodotti da forno, principalmente biscotti, che verranno venduti nelle botteghe che promuovono i prodotti di Libera Terra. È stato proprio don Ciotti, falcetto alla mano, il primo a raccogliere fascine di grano da donare ai numerosi presenti, simbolo di un progetto nato, cresciuto e maturato sotto il sole. Importanti le parole del Prefetto di Asti Pier Luigi Faloni: “Solo quando tutti rispetteranno le regole ci sarà la vera libertà. Bisogna vivere nella legalità per tutelare la libertà di tutti e ricordarci sempre che nel suo nome molte persone sono morte”. Presenti anche gli Ambasciatori dello sport della Città di Asti che sono stati protagonisti in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia della maratona “La pace va percorsa”, partita da Castell’Alfero e giunta fino a Reggio Emilia, con l’obiettivo di diffondere e promuovere Libera e le attività che svolge. L’architetto Schiavetto dello studio AI2 ha presentato il progetto di ristrutturazione della Cascina, costato 1 euro (“Abbiamo voluto impiegare le nostre forze in una nuova forma di volontariato”). Il progetto prevede il pieno rispetto della struttura esistente, adattandola però alle esigenze di utilizzo della casa. Al piano terra verranno realizzati gli spazi comuni; il piano superiore sarà quasi totalmente dedicato alla realizzazione delle camere da letto che potranno ospitare un massimo di 14 persone. “Il progetto è ben più ampio. Sono previsti tre lotti, fino alla realizzazione di un’azienda agricola dove lavorare e produrre per auto finanziare le spese della casa”. Per ora, comunque, l’obiettivo è di trovare i 240.000 euro mancanti per la realizzazione del primo lotto. Il costo totale della ristrutturazione è infatti di 450.000 euro, di cui 210.000 euro già disponibili. “Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e impegnarsi per il bene comune – ha esordito don Ciotti, invitato a parlare a seguito dell’inaugurazione del cantiere– Graziella Campagna, la ragazza a cui è dedicata la casa, non deve rimanere solo un nome: deve graffiare le nostre coscienze e farci capire che la legalità deve essere lo strumento principale per il raggiungimento della giustizia”. E continua: “Questa casa deve essere Cosa Nostra, ma nel senso positivo del termine, perchè ognuno deve sentirla propria. Rivolgo un appello alle Istituzioni, alle Fondazioni, alle Banche, alle Chiese: offrite il vostro contributo, perché diversamente le mafie vinceranno ancora. C’è bisogno di questa struttura, non si può aspettare”. Conclude don Ciotti: “Non diciamoci grazie perché abbiamo fatto solo il nostro dovere, ma facciamo sì che questo sogno possa realizzarsi al più presto”. Laura Avidano