A questo servono incontri con storie, individuali e collettive, con fatti che diano, al bene presente in ciascuno di noi, la forza di emergere e farsi sentire. Lo ha fatto intendere l’Assessore Piero Vercelli presentando insieme alle associazioni Libera e Rinascita gli incontri astigiani con don Luigi Ciotti. Martedì 5 aprile  la giornata  avrà due momenti forti, la mattina l’incontro con gli studenti e il pomeriggio a Moncalvo il rinnovo dell’atto di collaborazione a favore di Cascina Graziella, bene confiscato nel 2001 ad un’esponente di spicco della criminalità trapanese che l’aveva acquistato con proventi illeciti di Cosa Nostra, e destinato a diventare punto di  accoglienza rivolta a donne in difficoltà. Don Ciotti incontrerà al Palasanquirico le classi che hanno partecipato ai percorsi avviati da Libera in questo anno scolastico e sarà un incontro di festa e di dialogo per continuare a far crescere e meritare, nelle Istituzioni e gli uni con gli altri, la cultura della legalità e della responsabilità. “Poi il pomeriggio a Moncalvo, ha spiegato Isabella Sorgon referente locale di Libera, dopo la firma del protocollo sarà possibile la visita al cantiere di Cascina Graziella, che non è più il rudere degli inizi e condividere l’emozione di  un percorso di valori che va avanti”. Grazie ai tanti, società civile e Istituzioni che ne hanno condiviso l’obiettivo e intendono portarlo a compimento. Come si ricorderà Graziella Campagna era diciassettenne quando fu sequestrata e messa a tacere perché lavorando in una lavanderia di Villafranca Tirrena, aveva scoperto che quel negozio era frequentato da due pericolosi criminali palermitani latitanti, L’associazione Rinascita è affidataria di Cascina Graziella e lo stato dei lavori è stato illustrato dalla vicepresidente  Sandra Del Grieco “Ottocento metri quadri ripristinati nelle strutture murarie con un intervento finora di 290.000 euro, in attesa di finanziare impianto elettrico, termoidraulico e serramenti Siamo a metà e c’è ancora tanto, tanto da fare”. A vent’anni dal varo di una legge “riparatoria” (l. 109/1996) che ha restituito migliaia di poderi, case, fabbricati alle comunità locali per un nuovo utilizzo sociale, convive il desiderio di “rinvigorire la forza di questa legge” vederla perfezionandola e adeguandola ai segni del tempo e delle esperienze  condotte fin qui.