ollino25 anni compiuti da poco, Nicolò Ollino, studente di Giurisprudenza, “veterano” nel campo della sinistra astigiana, è il più giovane candidato della circoscrizione del Nord-Ovest alle elezioni europee per “L’altra Europa con Tsipras”. Che ruolo ha il suo nome nella lista Tsipras? Tutte le candidature nate “dal basso”, in base alle esperienze sul campo politico, e poi verificate dai garanti nazionali. Per tutti i nomi si sono valutate delle competenze piuttosto variegate; in generale, però, a parte i più noti Moni Ovadia e Curzio Maltese, tutti noi usciamo da lotte sociali importanti come quelle a favore della parità di genere, del lavoro o della scuola: il mio nome, nello specifico, vuole portare un valore aggiunto dal campo e di contrasto alle politiche europee di austerità fiscale che hanno imposto solo pareggi del bilancio e tagli. Una sua eventuale elezione cosa comporterebbe? Il campo in cui si gioca il discorso sull’avanzamento dei diritti è ormai quello europeo: una mia eventuale elezione andrebbe nella direzione di rafforzamento dell’unità della sinistra. L’obiettivo è costruire una rete di competenze che possa unire la sinistra in Europa, in modo da farla nascere dal basso, anche perché in Europa ci sono varie esperienze di sinistra, alcune plurali, altre singole. L’importante è che l’Italia torni al passo con gli altri paesi dell’UE, in quanto da noi ha completamente perso la sua base sociale, nonostante nel 2005 fosse stata proprio Rifondazione Comunista a far nascere la sinistra europea; tuttavia, i presupposti ci sono ancora, si tratta solo di legarli. L’Europa che cos’è e cosa dovrebbe essere? L’Europa è passata dall’essere terreno di integrazione a luogo di emarginazione sociale: ad oggi, essa ha un aspetto solo materiale e per questo crea disuguaglianze; la ricchezza c’è, ma è mal distribuita, o in mano a chi ha corrotto e speculato. Per questo in moltissimi pensano che sia o inutile o dannosa: noi invece pensiamo di no, ma a condizione che recuperi i suoi presupposti del “Manifesto di Ventotene” del ’27. Gli altri partiti vogliono o sfasciare tutto e tornare alle piccole patrie (euro-distruttori) o propongono solo minimi aggiustamenti (euro-complici/compiacenti). Per questo vorremmo un salario, una pensione e un reddito minimi europei, realtà già presenti negli altri paesi, ma molto differenziate e bisognose di essere unificate. Bisognerebbe eliminare subito il Fiscal Compact e cambiare le politiche del pareggio di bilancio: per questo proporremo un PEO (Piano Europeo Occupazione), ovvero un investimento di 10 miliardi di euro per 10 anni volto a creare 5 o 6 milioni di posti di lavoro, di cui uno solo per l’Italia, innescando un circolo virtuoso che ci riporti a un livello pre-crisi. I cosiddetti “lavoratori poveri” sono tanti: nonostante lavorino, sono sempre sotto la soglia minima di povertà; un reddito minimo europeo li aiuterebbe ad avere un po’ più di tranquillità, potendosi modulare in base alle esigenze del proprio paese. Nel panorama politico italiano ed europeo, cosa vuol dire votare a sinistra? Vuol dire dare un giudizio negativo all’Europa solo finanziaria degli ultimi anni; o, più nello specifico, votare un pacchetto di interventi riguardante un insieme di politiche monetarie e del lavoro, che abbia le gambe per dare risposte concrete. L’Europa è un’Europa dei popoli quando li fa vivere liberamente, secondo l’art. 36 della nostra Costituzione, che sancisce che tutti i cittadini devono avere una vita dignitosa. L’Europa deve attuare i migliori principi costituzionali: per questo noi auspichiamo una Costituzione europea. Cos’è un cittadino europeo? Noi siamo nati come tali, ma non ce ne accorgiamo, perché ne percepiamo solo gli aspetti negativi: invece, un cittadino europeo si deve riconoscere e sentire tale, perché l’Europa gli garantisce un lavoro e diritti, anche quello di cittadinanza europeo, che noi chiediamo. Un bilancio della campagna. Ci sono le possibilità di avere almeno il 4%, che significherebbe essere penetrati nelle coscienze degli italiani che vogliono un nuovo rapporto con la politica. Anche per via dell’oscuramento mediatico a livello nazionale, siamo come Davide vs Golia ma con una buona fionda: le persone. Monica Amendola