CANELLI – Code all’entrata delle cantine, turisti da tutta Italia e dall’estero, centinaia di specialità in degustazione e, sopra ogni cosa, un grande entusiasmo per i vini, i liquori e i prodotti del territorio. Canelli la città del vino si chiude con un bilancio più che positivo: oltre 5 mila degustazioni, due giorni di festa, musica e cantine aperte che sabato 27 e domenica 28 settembre hanno trasformato la capitale del Moscato in una grande enoteca a cielo aperto. Fin dal mattino di sabato i turisti e gli appassionati hanno affollato gli ingressi delle Cattedrali Sotterranee e delle cantine di Canelli, tanto che all’esterno si sono create lunghe code. Migliaia di persone hanno passeggiato per le vie della città dove le proloco hanno offerto bagna caoda, friciule, tajarin, agnolotti, bunet e altre specialità locali. Accanto al Piemonte però, banchetti provenienti da tutta Italia hanno mostrato le prelibatezze del Belpaese e le Regioni ospiti di Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Lombardia hanno cucinato piatti della tradizione. Altissima l’attenzione per la produzione enologica di Canelli. Quella delle celebri «Cattedrali», in primis, ma anche i vermouth, i liquori, gli amari e gli spiriti della celebre azienda Tosti e della Pernod Ricard Italia, il cui amaro Ramazzotti viene prodotto a Canelli. Molti visitatori hanno affollato le mostre aperte per l’occasione: il Museo Multimediale del Sud Astigiano, il museo delle contadinerie, l’esposizione internazionale di capsule di spumante presso le cantine Bosca e la mostra dei vermouth e dei vini aromatizzati all’interno del Palazzo Riccadonna. Ottimo successo anche per la Canelli Wine Card, il pass creato ad hoc per godere di tutti gli eventi della manifestazione con degustazioni gratuite e ingressi scontati alle Cattedrali sotterranee. «Canelli la città del vino si riconferma una manifestazione partecipata, in grado di attrarre un pubblico qualificato e attento», ha dichiarato Andrea Ghignone, presidente dell’Enoteca Regionale di Canelli. «Ci ha fatto piacere vedere la massiccia presenza di pubblico straniero che non solo ha scoperto le Cattedrali sotterranee, ma la ricchezza di un intero territorio. Nonostante le difficoltà in cui versano le Enoteche Regionali Canelli ha dimostrato un entusiasmo senza pari, muovendosi in maniera coordinata e mettendo a disposizione tutte le risorse, soprattutto quelle umane, disponibili». «La sfida che ci aspetta nel futuro si gioca tutta in casa – conclude Ghignone. Abbiamo saputo comunicare bene, ma ora dobbiamo imparare ad accogliere. Chi giunge in un territorio Patrimonio dell’Umanità è carico aspettative che non possono essere deluse».