Nella notte tra il 16 e il 17 aprile 2013 si è svolta un’operazione coordinata da Marcello Maresca, procuratore della Repubblica di Vigevano, azione che ha coinvolto i Servizi Antisofisticazioni Vinicole Provinciali della Regione Piemonte, l’Agenzia delle Dogane e i carabinieri del Nas e portando all’esecuzione di tredici ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Vigevano Mariafrancesca Abenavoli.  Tutte le persone arrestate  sono indagate per associazione per delinquere finalizzata alla frode, alla adulterazione di vino dop e Igt, alla ricettazione di prodotti enologici e all’evasione fiscale sia in Italia, sia in Inghilterra. L’indagine, durata più di un anno e sviluppata dal Servizio Antisofisticazioni Vinicole delle Province Piemontesi, congiuntamente con l’Agenzia delle Dogane di Milano, ha permesso di ricostruire l’attività delittuosa posta in essere da una serie di operatori disonesti che, senza nessuno scrupolo, immettevano sul mercato Italiano ed Inglese i prodotti enologici “fasulli” ed adulterati. Infatti venivano commercializzati prodotti di bassissima qualità, spesso con valori al di sotto delle soglie previste per legge, proposti sul mercato estero come prodotti a Denominazione di Origine Controllata o Igt. Secondo le accuse attraverso una triangolazione nelle province di Pavia, Bergamo e Novara, un’ingentissima quantità di vino a Dop e Igt  “fasullo” era commercializzato, con la presunta complicità di due ditte di trasporti ubicate ad Alba e a Pisogne (BS), sul mercato inglese in modo assolutamente occulto (in nero) ed in totale evasione di imposta e senza nessuna emissione di documenti di accompagnamento. Le ditte coinvolte sarebbero una società di Gravellona Lomellina, una ditta del bergamasco e una società londinese. In base all’ipotesi degli inquirenti, i fornitori acquistavano vino da tavola di bassissima qualità che poi veniva imbottigliato come prodotto a Dop o Igt che veniva spedito all’estero. Le bottiglie commercializzate sul mercato inglese, per il primo periodo esaminato (circa otto mesi), risulterebbero più 3.500.000 per un valore commerciale di circa 10.000.000 euro. Un danno enorme sia per l’immagine del vino italiano sia per l’economia vitivinicola delle zone di origine dei prodotti “taroccati” che hanno così subito sul mercato estero la concorrenza sleale di un prodotto non leale. Su richiesta della Procura della Repubblica il gip di Vigevano ha disposto il sequestro preventivo per equivalenza dei beni degli indagati al fine di evitare fughe all’estero di beni e denari. Tra i beni sequestrati spiccano autovetture di lusso come Maserati, alcune Mercedes, BMW, Audi, anche con targa estera, alcuni immobili e un’ingente quantità di denaro presso istituti di credito. Importante il contributo nell’operazione da parte delle Dogane inglesi, la fase investigativa ha portato anche all’arresto di soggetti nel Regno Unito. C’è da sottolineare che nessuna azienda produttrice di vino piemontese è coinvolta nelle indagini ma il danno economico patito dalle imprese nostrane è sicuramente enorme, il danno di immagine subito all’estero potrebbe avere un impatto negativo non calcolabile per la nostra eccellenza enologica. La politica della Regione Piemonte ed in particolare dell’Assessorato all’Agricoltura, che ha scelto di continuare a stare al fianco dei propri viticoltori onesti anche attraverso il presidio del territorio con i Servizi Antisofisticazione delle Provincie Piemontesi, si è dimostrata ancora una volta lungimirante e in grado di garantire sia i produttori sia consumatori.