Un po’ “Di martedì” un po’ “Teche teche te”… Così ci è apparsa la prima – e non vogliamo assolutamente affermare essere una cosa negativa, tutt’altro –, attesissima, serata d’apertura del Festival di Sanremo 2017, per il terzo anno consecutivo firmata da Carlo Conti, quest’anno coadiuvato alla conduzione dalla stella di Canale 5, Maria De Filippi. Emozionante il revival musicale del Festival: 66 canzoni, una per ogni anno (dal 1951 al 2016), che non arrivarono prime, alcune di loro non si classificarono nemmeno, ma sono entrate di diritto nella storia della musica italiana e non solo. Ascoltandole, interpretate da monumenti del pop-rock nostrano quali Celentano, Albano e Romina, Fiorella Mannoia, Matia Bazar, Ricchi&Poveri, Mia Martini, Vasco Rossi, Zucchero, Laura Pausini… per citarne alcuni, ti domandi come sia stato possibile non elevarle al podio più alto. La loro forza sta racchiusa in un fatto preciso: sono testi di decenni fa, eppure ci ricordiamo e cantiamo le loro parole. Erano brani avanti nel tempo. Commozione per i momenti in memoriam di Luigi Tenco, il cantautore scomparso cinquant’anni fa proprio qui a Sanremo, in seguito alla delusione per la sua canzone incredibilmente non classificatasi. Tiziano Ferro ha interpretato Mi sono innamorato di te (Luigi Tenco, 1962) seguita da Vedrai, vedrai (Luigi Tenco, 1965) a cura dell’orchestra della Rai. Ferro tornerà ancora sul palco per cantare le sue “Potremmo ritornare” e “Il conforto” (nuovo singolo, estratto da “Il mestiere della vita”), quest’ultima in duetto con Carmen Consoli. La copertina di Maurizio Crozza illustra il «festival delle larghe intese». Il comico si traveste da Matteo Renzi, critica Matteo Salvini della Lega («che lavoro fa a Bruxelles?»), dichiara il suo amore per Virginia Raggi, smarrita sindaco di Roma. A perfetto agio – si compensano – “Carlomaria”, com’è stata ribattezzata la coppia Conti-De Filippi: la signora Costanzo prende in fretta il centro della scena, senza calpestare il presentatore maschio, che a sua volta accetta volentieri di farle da spalla. Maria De Filippi porta sulla rete ammiraglia la sua elegante esperienza e il suo stile. Timida fino ad arrossire, ma sicura. Brava. Standing ovation per i rappresentanti delle forze dell’ordine (Guardia di Finanza, Croce Rossa, Soccorso Alpino, Esercito, Protezione Civile, Vigili del fuoco), che rischiano quotidianamente, senza riflettori né applausi, la propria vita per salvare il prossimo colto in situazioni difficili d’emergenza. Festival ancora impegnato con Giorgio Armillis e Francesca Laudisa dell’associazione “Ma basta!”, movimento studentesco anti bullismo, e con il bell’attore Raoul Bova intervenuto per parlare del “Progetto Sorriso” a sostegno delle zone terremotate del Centro Italia. Spazio, quindi, alle nuove e purtroppo non eccezionali (le canteremo ancora in futuro?) canzoni. La prima artista a scendere nell’arena sanremese, con “Fa talmente male”, l’ex cassiera di supermercato Giusy Ferreri. Degli 11 di 22 big in gara accedono alla finale: Fabrizio Moro con “Portami via”, Elodie con “Tutta colpa mia”, Lodovica Comello con “Il cielo non mi basta”, Fiorella Mannoia con “Che sia benedetta”, Alessio Bernabei con “Nel mezzo di un applauso”, Al Bano con “Di rose e di spine”, Samuel con “Vedrai” e Ermal Meta con “Vietato morire”; mentre se la giocheranno al “ballottaggio”, giovedì, i tre artisti arrivati ultimi al voto (50% Sala stampa – 50% televoto): la citata Giusy Ferreri poi Ron con “L’ottava meraviglia” e Clementino con “Ragazzi fuori”. Stefano Masino. Foto di Ercolina Gallo