Che cos’hanno imparato oggi gli astigiani al punto informativo contro il tabagismo?
Per esempio che esiste “il fumo di terza mano”: una miscela invisibile e tuttavia fortemente tossica di gas e particelle, generate dalla combustione del tabacco, che rimane “appiccicata” ai capelli e indumenti di chi fuma, ma anche a rivestimenti, tappeti e tessuti in genere. Una presenza, hanno spiegato medici e volontari, che resiste molto più a lungo del fumo passivo.
Molte le informazioni che il primario di Pneumologia, Lucia Occhionero, l’assistente sanitaria Claudia Zamara e i volontari dell’Associazione pazienti BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), coordinati da Lidia Ceste, hanno fornito a un’utenza varia: fumatori incalliti, mamme in gravidanza, persone che hanno già chiuso con la sigaretta, ma che vorrebbero che facessero altrettanto familiari e amici. E per far riflettere soprattutto i giovani sui pericoli del fumo, anche un video, che con un linguaggio diretto ha messo in guardia sulle conseguenze per la salute.
Per tutti, l’indicazione dei servizi forniti dall’Asl AT per supportare chi vuole “provare a smettere” con sedute individuali e di gruppo: da tempo sono attivi i Centri per il trattamento del tabagismo del Cardinal Massaia (Pneumologia, tel. 0141.488101-4) e del Dipartimento delle dipendenze (via Baracca 6, tel. 482817).
L’incontro di oggi ha costituito l’ultima tappa della campagna regionale “Hai da spegnere?” che la scorsa settimana era approdata, per iniziativa degli operatori del Sert, alle Case della salute – C.A.P. di Canelli e Nizza Monferrato. Stamattina, la presenza di pneumologi e volontari ha consentito di allargare il discorso sulle malattie respiratorie, favorite anche dal fumo di tabacco. Chi aveva un po’ più di tempo, utilizzando i pieghevoli di “Hai da spegnere?” ha potuto misurare, rispondendo a quattro semplici domande, la propria motivazione a smettere di fumare.