Sono entusiastici i commenti che arrivano dal mondo diocesano piemontese dopo la nomina di papa Francesco I. “La gioia con cui abbiamo accolto l’annuncio risuonato ieri sera dalla Basilica di San Pietro è venuta a coronare un’attesa che non è stata soltanto un “aspettare”, ma una dinamica azione di intensa preghiera che ci ha coinvolti fin dagli ultimi giorni del Pontificato di S. S. Benedetto XVI. Le migliaia di persone presenti in Piazza San Pietro per accompagnare i Cardinali alla Sistina e presenti ancora sulla Piazza durante lo svolgimento del Conclave, mi sono sembrate l’icona della Chiesa intera riunita per chiedere al Signore di manifestare colui che Egli già aveva scelto. Al Conclave non hanno partecipato solo i Cardinali elettori; abbiamo partecipato davvero tutti: grandi e piccoli, ognuno nel compito a lui assegnato – ha commentato Edoardo Cerrato, svecovo di Ivrea -. E lo spettacolo di questa unità, manifestata in brevissimo tempo dal voto dei Padri Cardinali, è stato un evento che ha colpito. Avevamo bisogno di questo segno dell’unità, immersi come siamo nelle divisioni che tanto spesso caratterizzano il nostro tempo, e nelle tendenze diverse che nello stesso mondo ecclesiale sovente si esasperano in ondate di contrapposizione anziché proporsi come ricchezza di comunione. Il Senato della Chiesa di Roma ci ha dato ancora una volta la lezione di cui avevamo bisogno: le legittime varietà si sono composte in unità ed il “miracolo” di questa unità – nata dalla fede e dalla preghiera – è apparso stupendamente agli occhi del mondo. Dobbiamo ringraziare lo Spirito Santo per quest’opera tipicamente sua, ma anche i Padri Cardinali per aver aperto all’azione di Dio la mente ed il cuore”. “Come Acli del Piemonte partecipiamo alla gioia di tutti i credenti e degli uomini e delle donne di buona volontà per l’elezione del card. Jorge Mario Bergolio al sommo pontificato con il nome di Francesco. La figura del Papa è per noi quella di un Padre e di un Pastore che, ponendosi alla sequela di Gesù nel solco tracciato cinquant’anni fa dal Concilio Vaticano II, accompagna la Chiesa tutta, nella fede, sulle difficili strade del mondo di oggi – ha commentato Massimo Tarasco, presidente Acli Piemonte -.La sua famiglia di origini piemontesi ci rende particolarmente orgogliosi e la scelta del nome del grande santo di Assisi, patrono d’Italia, unisce idealmente i cattolici del Vecchio Continente a quelli del continente latino-americano.Ci pare importante sottolineare che Papa Francesco nella sua esperienza argentina ha manifestato una particolare sensibilità per la giustizia sociale e per il riscatto dei ceti più poveri, che ci sarà di ispirazione per continuare, con rinnovato entusiasmo, nel nostro impegno quotidiano al servizio delle realtà popolari nelle Comunità della nostra Regione. Le Acli del Piemonte, radicate da sempre nella triplice fedeltà al Vangelo, ai lavoratori e alla democrazia, confermano a Papa Francesco la loro fedeltà ed il loro affetto nella preghiera e nell’attenzione al Magistero”. Con la voce rotta dall’emozione, anche il vescovo di Pinerolo, Pier Giorgio Debernardi, ha voluto commentare a caldo l’elezione del cardinal Jorge Mario Bergoglio a Pontefice della Chiesa Cattolica: “non lo conosco personalmente ma ho sempre sentito parlare della sua semplicità e della sua vicinanza alla gente, soprattutto ai più poveri.  È un uomo che non ha mai avuto paura di  scendere nelle periferie della sua città per incontrare e aiutare i poveri. Questa è  l’immagine che ho di lui, che è quella già emersa anche durante il conclave che ha eletto il suo predecessore, Benedetto XVI. Papa Francesco ha dimostrato fin da subito di avere un approccio diretto, confidenziale. Sono certo che avrà un’attenzione particolare per le istanze dei più poveri del mondo”. E aggiunge: “Il fatto poi che sia di origini piemontesi un po’ ci inorgoglisce, soprattutto pensando ai tanti di noi che sono emigrati in Argentina per cercare lavoro e hanno portato nel mondo il nome della nostra terra”. Il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Pascual Chávez Villanueva, riferisce invece di aver avuto la grazia di essere stato in Piazza San Pietro, gremita di migliaia e migliaia di persone, particolarmente giovani, nel momento è stato pronunciato  il messaggio tanto atteso:”habemus Papam”.  “Ancora una volta, – riferisce il Rettor Maggiore – è stato lo Spirito Santo a guidare i Cardinali elettori nell’elezione dell’Uomo che Dio stesso aveva scelto come Vicario di Cristo. Rendo lode e grazie al Signore per il grandissimo dono che ci ha dato nella persona del card. Jorge Mario Bergoglio, Gesuita, Arcivescovo di Buenos Aires, che avevo avuto la grazia di conoscere e con cui avevo trattato personalmente nella Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano ad Aparecida e, posteriormente, nella Beatificazione di Zeffirino Namuncurà”. Suggerisce che “l’elezione del suo nome, Francesco, è già significativo perché in certo senso raccoglie alcuni dei tratti più caratteristici del nuovo Papa: la semplicità, la povertà, l’autenticità, e, al tempo stesso, diventa programmatica perché evidenzia alcuni degli elementi che oggi devono definire il volto della Chiesa e il suo rapporto con il Mondo”. Invita ad accogliere il Papa “con spirito di fede e grande stima, come lo avrebbe fatto Don Bosco”. Sorpresa, gioia ed emozione si sono accavallate nel cuore di mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente della Cep (Conferenza episcopale piemontese) nel sentire l’annuncio dell’elezione al soglio pontificio del card. Bertoglio. “La sua semplicità – evidenzia l’Arcivescovo – la scelta del titolo di Francesco indicano uno stile, il modo con cui vuole impostare il suo pontificato al grande valore della spiritualità e del grande impegno sociale che peraltro ha già messo in atto nella sua diocesi di Buenos Aires. Sappiano che dalla spiritualità – prosegue – nasce una forte carica di promozione dell’uomo, di impegno verso la realtà dei più deboli. Sono convinto che ci offrirà un forte impulso sotto questo aspetto”.  Un modo di vivere che ha caratterizzato i santi sociali piemontesi, che Papa Francesco, di origine astigiana, conosce bene. “I nostri santi sociali – ricorda mons. Nosiglia – hanno percorso la strada di coniugare la  spiritualità cristiana, l’impegno della fede, della preghiera con il servizio all’uomo nelle sue dimensioni. Hanno saputo darci una via su cui come Chiesa piemontese siamo chiamati a camminare. Ora avere un Papa che conosce bene la nostra storia, che parla piemontese  è motivo di orgoglio e grande attesa. Pensiamo che Lui possa offrire a tutto il mondo quella dimensione che i nostri santi sociali hanno donato a tutta l’umanità”. Ma questo induce per il Presidente Cep  “anche a noi un grande impegno di responsabilità perché vogliamo che Lui si senta orgoglioso di noi, delle nostre Chiese, delle nostre comunità. Vogliamo essere suoi figli devoti, obbedienti e ricevere le indicazioni per essere all’altezza del grande dono che il Signore ci ha fatto accogliendo un figlio della nostra terra al soglio di Pietro”. Rivolge infine un invito a tutti, anche a nome dei suoi confratelli Vescovi del Piemonte e della Valle d’Aosta,  “a rinnovare il senso di obbedienza e di comunione con Francesco accogliendone fin d’ora quel magistero e quella testimonianza  che vorrà offrirci per una Chiesa più popolare, più umile, dedicata alla preghiera e all’impegno sociale verso un mondo che ha bisogno di un rinnovamento sia spirituale che sui valori della solidarietà, della giustizia, della pace”. Ostensione straordinaria (solo televisiva) della Sindone.  Mons. Nosiglia confema che  formulerà la richiesta a Papa Francesco per ricevere un messaggio (o meglio videomessaggio) da trasmettere in occasione dell’Ostensione il Sabato Santo, come era già in accordo con Benedetto XVI. Esclude invece l’ipotesi,  rimbalzata su socialmedia, che il Papa possa assistere di persona all’Ostensione. Per ulteriori dettagli e per conoscere le reazioni di Asti e dintorni alla notizia dell’elezione di Papa Francesco un ricco speciale della Gazzetta d’Asti in edicola da domani venerdì 15 marzo.