Il mulinello? C’è una specie di centrifuga, come quella della lavatrice, in fondo al fiume…
Le lavandaie? Loro forse, sul lavoro, non facevano la pausa. Il Tanaro immaginato dai bambini della scuola primaria Tartaglino di Isola d’Asti: curiosità e tante domande per l’ex sindaco Erildo Ferro che, oggi pomeriggio, ha raccontato la sua infanzia sul corso d’acqua.
Una chiacchierata di un’ora, nell’ambito delle “Lezioni del Tanaro” proposte dalla rassegna Verdeterra ideata dall’Associazione Comunica: i bambini delle classi terza, quarta e quinta hanno confrontato l’infanzia di un brillante settantenne con la loro a contatto col fiume. Avventurosa, coinvolgente e piena di cose da fare (i bagni, la pesca, i giochi) quella di Ferro, problematica e distaccata (l’acqua inquinata, le sponde piene di rifiuti) quella dei pochi ragazzini che sporadicamente frequentano il Tanaro.
Quale soluzione ci vorrebbe? “Secondo me bisogna pulire tutto!” dice una bambina e i suoi compagni la applaudono. Difficile, per gli alunni, immaginare che se oggi loro vanno al mare, sessant’anni fa le estati dei loro coetanei trascorrevano alla colonia idroterapica, sulla sabbia del fiume che a scavarla di 10 centimetri regalava zampilli di acqua limpida da bere. Ancora più difficile convincersi che, dove oggi ci sono plastica e pneumatici abbandonati, un tempo i bambini raccoglievano asparagi selvatici, rucola, tarassaco da mangiare in insalata con le uova sode, “perché la carne costava cara”, e a maggio, vicino al vecchio argine di Cantalupo, “era tutta una distesa di invitanti spugnole, che finivano nel sugo della pasta”.
“La prima volta che ho visto il Tanaro era estate, avevo 7 anni e mio padre mi portò a fare il bagno per lavarmi, perché a casa non avevamo mica l’acqua potabile!” racconta Ferro e gli occhi dei bambini si spalancano, si apre un mondo impensabile dove le lavandaie vanno al fiume reggendo i fagotti del bucato sulla testa e camminano dritte come le modelle. Sabbia e ghiaia si tirano via dal letto del fiume con i badili, a mano, e poi si caricano sui carri “perché i trattori non esistevano e di auto ce n’erano poche…”. E i pesci gatto e le alborelle, i bambini li pigliavano con le mani, nei laghetti che si formavano d’estate quando il fiume si ritirava…
Sarà tutto vero? I bambini dicono di sì, ci credono, Erildo è amico del fiume, anche se sembrano storie di un secolo fa… ?
Nella foto: i bambini e le maestre della scuola Tartaglino con Erildo Ferro