SONY DSCSeconda tappa del progetto “Lunga vita al rifiuto: identità e storia degli scarti nel paesaggio astigiano” che sta impegnando, nell’ambito della rassegna Verdeterra, la 2B (indirizzo musicale) del Liceo Artistico “Benedetto Alfieri”. Dopo la visita guidata alla discarica abusiva sorta tra la sponda del Tanaro e l’oasi urbana La Bula, ieri mattina gli studenti si sono confrontati in classe con Nadia Pasin, assistente di Polizia Municipale, e Virginio Oddone, responsabile dell’Igiene Urbana dell’Asp. Il loro “viaggio nelle cattive abitudini degli astigiani”, cioè di coloro che abbandonano i rifiuti nell’ambiente, si è arricchito di nuove domande e risposte: prima dell’incontro con gli esperti, i ragazzi hanno svolto ricerche sui corretti metodi di smaltimento o di riuso dei materiali che avevano precedentemente censito lungo la riva del Tanaro (dagli scarti pericolosi, come le lastre di eternit, a quelli prodotti dalle attività edili, a quelli che basterebbe poco depositare nei cassonetti della raccolta differenziata) e si sono interrogati sulle ragioni che spingono gli individui a violare la legge, preferendo disperdere i rifiuti nell’ambiente anziché conferirli negli impianti specializzati. Questioni che, nell’incontro di ieri, sono state trattate con gli esperti, dedicando particolare attenzione alle azioni che ognuno di noi può adottare per concorrere a una migliore gestione del ciclo dei rifiuti. A volte basta poco, ma certo anche le piccole infrazioni fanno riflettere: “Sempre più astigiani – ha raccontato Virginio Oddone – usano i cestini portarifiuti collocati per la città come cassonetto condominiale per la raccolta dell’indifferenziato. Risultato: la sperimentazione avviata dall’Asp per tre domeniche di ottobre ha portato a recuperare dai cestini ben 23 quintali di immondizia prodotta in casa. Si tratta di comportamenti spesso dettati dalla maleducazione e dalla fretta: più comodo, a volte, disfarsi del sacchetto usando il cestino sotto casa anziché andare fino in cortile”. Il costo del lavoro straordinario sostenuto dagli operatori ecologici, è stato fatto presente ai ragazzi, peserà sulla tassa rifiuti delle famiglie astigiane, allo stesso modo degli interventi per la rimozione delle discariche abusive disseminate sul territorio. A meno che, ha sottolineato Nadia Pasin, chi scarica illegalmente non venga colto sul fatto: in questo caso, oltre a essere multato o denunciato all’autorità giudiziaria, dovrà farsi carico delle spese per la rimozione dei materiali. “Che cosa deve fare un cittadino se dovesse assistere a un episodio di dispersione dei rifiuti nell’ambiente?”, la domanda dei ragazzi. “Più la segnalazione è tempestiva – la risposta dell’assistente di Polizia Municipale – più il nostro intervento riesce a essere efficace sia nell’individuazione del responsabile che nel successivo iter per perseguire i reati e procedere alla pulizia del sito. Il nostro centralino risponde al numero 0141.399900: gli elementi utili per la segnalazione sono il luogo in cui sta avvenendo lo scarico dei rifiuti, il numero di targa e il tipo di veicolo da cui vengono scaricati i materiali”. Da migliorare, spesso, anche i comportamenti domestici dei cittadini che mettono nell’indifferenziato gli scarti destinati alla raccolta differenziata. Nel 2012, ha ricordato Nadia Pasin, la Polizia Municipale ha ispezionato i cassonetti in 769 punti cittadini, aprendo i sacchetti per cercare di trovare tracce utili al riconoscimento di chi non separa correttamente i rifiuti. E, nello stesso anno, sono state 69 le discariche abusive censite (controlli vengono fatti dagli agenti anche in borghese). “Purtroppo – il commento del responsabile dell’Igiene Urbana dell’Asp – le discariche abusive si ricreano alla velocità della luce, complice anche la vastità del territorio, che non aiuta chi svolge azione di controllo. Facciamo leva sul senso civico dei cittadini per avere un ambiente più pulito e migliorare la differenziata”. Per sensibilizzare gli astigiani, gli studenti della 2B svilupperanno durante l’anno scolastico, sempre nell’ambito del progetto “Lunga vita al rifiuto”, due distinte azioni: l’ideazione di slogan per campagne informative a difesa dell’ambiente e l’invenzione funzionale di un oggetto buttato via, per farlo tornare nuovamente utile. Accanto a loro ci saranno i docenti  Elisabetta Zambruno (italiano, storia, geografia) e Davide Bosso (diritto) insieme all’associazione culturale Comunica, ideatrice di Verdeterra.