unescoDomenica 22 giugno in Qatar il sogno è diventato realtà. I territori vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato sono diventati patrimonio Unesco. Dopo un iter durato 11 anni e la consegna della domanda a gennaio 2013, ora la svolta. Tra le aree candidate anche le colline di Nizza Monferrato, nel Sud Astigiano, cuore della produzione della Barbera d’Asti docg, il vino rosso piemontese più esportato nel mondo. Dalla città prende il nome la Docg Nizza, una super Barbera prodotta in 18 Comuni. Un piccolo angolo di territorio, grande per tradizioni, storia e cultura del vino oltre che per innovazione e miglioramento delle conoscenze enologiche e vitivinicole. Una zona vocata per la coltivazione della Barbera che solo in questo luogo dà voce alle sue più ampie sfaccettature e può mostrare pienamente le sue qualità. E poi ancora: nella Docg Barolo, i comuni di Barolo, Castiglione Falletto, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Serralunga d’Alba; nella Docg Barbaresco, i comuni di Barbaresco e Neive. Una piccola area altamente vocata alla viticoltura, i cui vigneti sono stati per la prima volta in Italia anche riconosciuti con le Menzioni Geografiche Aggiuntive   “Essere inseriti nell’elenco dell’Unesco –  commenta Filippo Mobrici, nuovo presidente del Consorzio Tutela Barbera Vini d’Asti e del Monferrato –  vuol, dire riconoscere l’eccezionale valore mondiale del territorio piemontese, della sua storia, della sua identità, della gente che vive qui. E’ un premio ai contadini, agli uomini e alle donne, che hanno tutelato nei decenni paesaggio e ambiente. E’ un grande motivo d’orgoglio. Adesso solo una parola: responsabilità”. “E’ il giusto riconoscimento ai vignaioli che hanno preservato le colline di Barolo e Barbaresco con i loro vigneti sapientemente coltivati nel rispetto delle tradizioni e del sapere contadino – dice Pietro Ratti, presidente del Consorzio di tutela Barolo e Barbaresco – Per noi l’Unesco è uno stimolo a continuare a fare bene con ancora maggiore responsabilità al fine di lasciare ai nostri figli questo meraviglioso territorio che ci hanno consegnato i nostri padri”.