Trasferta africana per il ginecologo Maggiorino Barbero, primario al Massaia, che domani partirà per Chirundu, cittadina dello Zambia ai confini con lo Zimbabwe, dove è attivo il piccolo ospedale “Mtendere Mission Hospital”.
E’ la quarta volta, in tre anni, che Barbero presta servizio, come volontario, nell’ambito di un progetto rivolto alle donne e finalizzato a combattere il tumore del collo dell’utero. “In Italia – spiega il primario di Ostetricia e Ginecologia – questa malattia, grazie alla prevenzione, registra ormai meno di tremila casi all’anno: in Africa è, invece, la prima causa di morte per neoplasia. Le donne che sopravvivono, ma vengono private dell’utero, perdendo la funzione riproduttiva sono condannate a essere socialmente emarginate”.
Il progetto dell’ospedale “Mtendere” (voluto dalla Diocesi di Milano, ha 145 posti letto per varie specialità) punta sulla prevenzione: le donne vengono sottoposte al pap test e, in caso di esito positivo, alla colposcopia, esame che, attraverso l’analisi della superficie di rivestimento della vagina e del collo dell’utero, consente con un apposito strumento di rilevare anomalie, eventuali lesioni o neoplasie. In quest’ultimo caso il ginecologo interviene con il bisturi a radiofrequenza, tecnica nella quale il dottor Barbero è tra i maggiori specialisti a livello nazionale: “Si tratta di un intervento mini invasivo, quindi non demolitivo – spiega il primario del Massaia – che asporta la lesione, ma senza sacrificare l’utero. Di conseguenza non viene alterata la funzione riproduttiva della paziente, che, nel 90 per cento dei casi, è destinata alla guarigione”.
Un’ottantina le donne già operate da Barbero; 110 quelle prenotate per la colposcopia, e l’eventuale intervento, nei dieci giorni di permanenza dello specialista a Chirundu.
Il progetto per la prevenzione del cancro cervicale, promosso all’ospedale “Mtendere” dall’Associazione Patologi Oltre Frontiera in collaborazione con la Società Italiana di Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale, di cui Barbero è stato vicepresidente (attualmente è nel direttivo nazionale), vede Asti protagonista non solo per l’apporto garantito dal primario del Massaia: se da un lato, infatti, Barbero insegna ai medici dell’ospedale africano la tecnica del trattamento a radiofrequenza, dall’altro il suo reparto ha ospitato nel 2009, per uno stage di aggiornamento professionale, l’ostetrica che presta servizio al “Mtendere” (che nella lingua locale significa pace).
“L’esperienza all’ospedale di Chirundu, il lavoro, i rapporti con il personale e le pazienti, i risultati ottenuti, riassumibili in oltre 250 interventi, costituiscono un’esperienza umana e professionale fantastica” indica Barbero, che rientrerà in Italia il 4 settembre e il cui gruppo di ginecologi italiani, costituito negli anni scorsi nell’ambito della Società italiana di Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale, continua a prestare servizio in numerosi altri paesi in via di sviluppo. Nello Zambia, dove è molto alta l’incidenza di soggetti sieropositivi per HIV, l’età media di sopravvivenza non supera i 40 anni.