Un pesco crescerà nel Giardino dei poeti di Chiusano accanto alla “Filastrocca di Capodanno” di Gianni Rodari: è una delle nuove essenze collocate lungo la collina all’ingresso del paese.
Il piccolo scrigno, inaugurato nel 2010 nell’ambito di Verdeterra, è un luogo unico e singolare: raccoglie esemplari diversi di piante, a ciascuna delle quali è dedicata una poesia di un grande poeta. Accanto a ogni albero, si può leggere il componimento che lo celebra.
Sabato il programma della rassegna prevedeva la presentazione delle nuove pianticelle e la successiva conversazione con Gianni Valente, autore del libro “Dall’Arca di Noè a Moby Dick” (Blu Edizioni). La pioggia ha compromesso l’appuntamento, costringendo gli organizzatori a spostare la chiacchierata su balene vere e letterarie in Municipio. “Ma appena c’è una giornata di sole, andate in giardino: l’incontro ravvicinato con gli alberi e le poesie riserva belle emozioni” è stato l’invito al pubblico del sindaco Marisa Varvello.
Adesso nello spazio verde sono complessivamente diciotto le poesie, in omaggio a quindici poeti, che si possono leggere lungo il percorso attrezzato. Da qualche tempo hanno fatto capolino anche il glicine, celebrato da Pier Paolo Pasolini, il biancospino (Umberto Saba), il salice (Salvatore Quasimodo), il pruno (Eugenio Montale). La passeggiata offre inoltre componimenti di Apollinaire (noce), Caproni (acacia), Cardarelli (olmo), Carducci (cipresso), Dickinson (acero), Hesse (castagno), Leopardi (faggio), Machado (pioppo), Merini (betulla), Neruda (melo). Quasimodo, con tre poesie dedicate al pino, il tiglio e il salice, è il poeta più rappresentato, seguito da Montale (quercia e pruno). Ideato dall’Associazione culturale Comunica, il progetto, firmato dall’architetto Piergiorgio Pascolati, è stato realizzato dal Comune con la collaborazione dell’Ente Parchi Astigiani e sostenuto dalla Fondazione CRT.
Sabato, intanto, il salone del Municipio si è riempito per seguire la conversazione con Gianni Valente, che ha parlato di animali tra letteratura, arte e leggenda. Un capitolo del suo libro è dedicato a Moby Dick e alle balene in particolare è stata riservata la conversazione, condotta da Marisa Varvello e conclusa da Gianfranco Miroglio, presidente dell’Ente Parchi. Proprio a Chiusano, nella cava Cellino, nel 2003 sono stati ritrovati i resti fossili di un cetaceo di sette metri: una parte delle sue ossa sarà esposta nella mostra temporanea che verrà inaugurata il 30 settembre a Palazzo del Michelerio, sede del futuro Museo Paleontologico Territoriale dell’Astigiano e del Monferrato.
Il cantiere del primo lotto dei lavori avrebbe dovuto aprire ieri per la visita guidata proposta da Verdeterra, ma la pioggia ha rinviato l’appuntamento, che sarà recuperato il 30 settembre.