Apertura dicembre 2012: questo l’obiettivo dell’Asl AT per l’attivazione del nuovo ospedale della Valle Belbo annunciato, questa mattina, in una conferenza stampa tenuta congiuntamente dal direttore generale Luigi Robino, il sindaco di Nizza Monferrato, Pietro Lovisolo, e l’imprenditore Roberto Ruscalla.
“Le difficoltà legate alla falda ci sono state – ha esordito Robino, affiancato da Maria Tabasso, a capo dell’Ufficio Tecnico dell’Azienda – ma le abbiamo superate: hanno costituito uno stimolo per rivedere il progetto e trovare soluzioni tecnologicamente avanzate”.
L’innovazione si ritrova sottoterra, invisibile agli occhi, ma è decisamente importante e garantirà, tramite l’affondamento nel terreno di 900 pali di sonde geotermiche (30 km di tubi), di minimizzare al massimo il fabbisogno energetico. Le sonde sfruttano l’energia generata dal calore naturale della terra. “Di simili, complessi sistemi ne esistono a Zurigo, in Austria e, in prospettiva, anche in Valle Belbo”, ha chiosato Ruscalla, titolare della ditta a capo del raggruppamento d’imprese affidatario dell’appalto.
L’Azienda punta a realizzare il primo ospedale italiano completamente autosufficiente.
Un ulteriore passo verso l’indipendenza energetica potranno essere nuove sonde, altrettanto numerose, ma più sottili e più profonde, e i pannelli fotovoltaici (si potrebbero ricoprire quasi 5mila metri quadrati) per i quali l’Asl AT ha già richiesto i fondi in Regione.
A poche settimane dalla ripresa del cantiere, in Regione Boidi, ”non dovrebbero esserci più sorprese o problemi: proveremo a recuperare il più possibile”, ha aggiunto poi Ruscalla. È chiaro il riferimento alla scoperta della falda al momento degli scavi della fondazione che ha costretto progettisti e tecnici a rivedere il progetto iniziale, portando a un inevitabile slittamento dei lavori.
Il nuovo ospedale della Valle Belbo sarà completato a 11 mesi dall’obiettivo originario, gennaio 2012. “Le modifiche progettuali – ha chiarito Robino – non hanno comportato il ricorso a fondi straordinari: i costi della variante e delle nuove soluzioni in tema di risparmio energetico sono stati coperti dall’avanzo di 4,4 milioni di euro del ribasso d’asta.
Il direttore dei lavori della struttura, Angelo Castellano, ha rilevato come “l’attività di cantiere è stata impostata per procedere nei tempi più brevi, in ottemperanza con le rigorose normative, senza mai perdere di vista, o vincolare in nome della celerità, la sicurezza dei lavoratori”.
“Questi mesi non sono stati sprecati – queste le parole del sindaco di Nizza, Pietro Lovisolo, che ha parlato anche a nome dei colleghi della Valle Belbo – perché le difficoltà hanno portato alla definizione di un nuovo e più fruttuoso progetto: la variante è stata discussa, e approvata in Regione, in meno di un mese”. Intanto, il Comune sta pensando a come affrontare la questione della viabilità, valutando il collocamento (e l’opportunità) di una rotonda di accesso alla nuova struttura.
L’urgenza nel completamento dei lavori si specchia nella situazione del presidio ospedaliero di Nizza che “in attesa di trasferirsi, continua a svolgere la propria funzione, districandosi brillantemente tra le difficoltà”, come ha voluto rimarcare Robino. Lovisolo ha dato atto degli sforzi compiuti dalla responsabile del “Santo Spirito”, Luisella Martino, nel gestire un ospedale destinato alla dismissione.
Ora, in Regione Boidi, i lavori proseguono a pieno regime. Intanto, per realizzare le fondazioni, sono previsti 8mila metri cubi di calcestruzzo che saranno trasportati in un trafficato andirivieni da 950 betoniere.
Il direttore generale ha poi congedato tutti con l’arrivederci a “quando avremo finito i tetti”.