Il papa si è dimesso “per mancanza di forze”. Sembra essere questa la motivazione che ha spinto Benedetto XVI a lasciare il Pontificato dal 28 febbraio. La decisione è stata annunciata oggi, lunedì 11 febbraio, in latino, durante durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. “Sento il peso dell’incarico, è per il bene della Chiesa”, avrebbe spiegato. “Un fulmine a ciel sereno” avrebbe invece commentato a caldo il cardinal Sodano. Papa Benedetto XVI, nato Joseph Aloisius Ratzinger (in latino: Benedictus XVI; Marktl, 16 aprile 1927), è dal 19 aprile 2005 il vescovo di Roma e il 265º papa della Chiesa cattolica. In quanto tale, è sommo pontefice della Chiesa universale, sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d’Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice. È stato eletto papa dal conclave il 19 aprile 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II. È il settimo pontefice tedesco nella storia della Chiesa cattolica; l’ultimo era stato Stefano IX (1057-1058). Ratzinger fu eletto papa durante il secondo giorno del conclave del 2005, al quarto scrutinio, nel pomeriggio del 19 aprile 2005. Scelse il nome di papa “Benedetto XVI”. Alle 17.56 fu dato l’annuncio dell’elezione con la tradizionale fumata bianca del comignolo della Cappella Sistina (ci fu in effetti un’iniziale incertezza sul colore del fumo, ma i dubbi furono sciolti alle 18.07, dal suono delle campane della basilica di San Pietro in Vaticano). Dopo circa mezz’ora, il cardinale protodiacono Jorge Arturo Medina Estévez si affacciò dal balcone della loggia centrale della basilica per annunciare l’habemus Papam.[15] Nel suo primo discorso da papa, seguito dalla benedizione Urbi et Orbi, riservò un ricordo al suo amico e predecessore Giovanni Paolo II: “Cari fratelli e sorelle, dopo il grande papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre, starà dalla nostra parte. Grazie”. (Il primo messaggio pubblico di papa Benedetto XVI) Secondo la ricostruzione più puntuale del conclave,[16] raccolta dal vaticanista Lucio Brunelli, il cardinale più votato dopo Ratzinger sarebbe stato l’arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, mentre gli altri candidati (come Carlo Maria Martini, Camillo Ruini e Angelo Sodano) avrebbero ricevuto poche preferenze. La scelta del nome pontificale Il 27 aprile Benedetto XVI spiegò, in occasione della sua prima udienza generale in piazza San Pietro, le ragioni della scelta del suo nome pontificale: “Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell’armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l’apporto di tutti”. “Il nome Benedetto evoca, inoltre, la straordinaria figura del grande “Patriarca del monachesimo occidentale”, san Benedetto da Norcia, compatrono d’Europa insieme ai santi Cirillo e Metodio e le sante donne Brigida di Svezia, Caterina da Siena ed Edith Stein. La progressiva espansione dell’ordine benedettino da lui fondato ha esercitato un influsso enorme nella diffusione del cristianesimo in tutto il continente. San Benedetto è perciò molto venerato anche in Germania e, in particolare, nella Baviera, la mia terra d’origine; costituisce un fondamentale punto di riferimento per l’unità dell’Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà”.