In Piemonte i braccianti stagionali della frutta e della vendemmia potranno essere ospitati, per il periodo di raccolta, direttamente presso le aziende agricole dove prestano la loro manodopera. Lo prevede la legge regionale approvata oggi in III Commissione legislativa in Consiglio regionale, la prima in Italia sulla materia, nata da una proposta del consigliere Pd Paolo Allemano e che accoglie alcune delle proposte dei soggetti che hanno risposto alle consultazioni on line, Coldiretti e Confcooperative Piemonte. “Il provvedimento – spiega Allemano – modifica la legge urbanistica regionale, consentendo agli imprenditori agricoli di recuperare strutture inutilizzate all’interno delle aziende agricole, fino ad un massimo di 200 metri quadri, per la sistemazione temporanea di salariati stagionali. La superficie è ricavabile da manufatti esistenti anche non residenziali, oppure, in caso di insufficienza o inesistenza degli stessi, da prefabbricati”. Prosegue Allemano: “Anche le piccole e medie aziende agricole, singole o associate, o con la mediazione delle loro categorie professionali, saranno in condizioni di alloggiare dignitosamente i salariati agricoli stagionali, alla luce del sole e con vantaggi per tutti, senza appesantimenti burocratici. Se il picco di migranti stagionali in coincidenza con la raccolta della frutta sarà superiore alla possibilità di alloggiamento presso le aziende, enti pubblici o associazioni convenzionate con gli stessi potranno allestire dei campi di accoglienza fino a 2 mila metri quadri, interventi per i quali la Regione potrà concedere a bando contributi fino ad un massimo di 25 mila euro”. Soddisfazione da parte degli assessori all’Agricoltura e all’Urbanistica Giorgio Ferrero e Alberto Valmaggia: “E’ una legge importante – dichiara Ferrero – una grande opportunità per migliorare l’accoglienza dei lavoratori.  Rappresenta uno strumento per rafforzare quella ospitalità che fa parte della tradizione e della cultura degli imprenditori agricoli piemontesi. Con un nuovo articolo nella legge urbanistica regionale – aggiunge Valmaggia – si dà una risposta importante al mondo agricolo e alla realtà sociale piemontese”. “Un grande salto di qualità rispetto al passato – conclude Allemano – dove Comuni e associazioni si trovavano a far fronte all’afflusso di centinaia di migranti, senza che ci fossero assunzioni di responsabilità ad altri livelli, se non in termini di ordine pubblico. Una legge che non ha precedenti in Italia, approvata con il coinvolgimenti di tre assessorati regionali e l’apporto di tutti i gruppi consiliari. Parliamo di migliaia di persone che incontrano migliaia di aziende agricole, un mondo che la terra connette e che è compito delle istituzioni trasformare in opportunità di crescita per tutti”.