La riforma della sanità piemontese ha tagliato il primo traguardo: il Consiglio regionale ha approvato il 27 marzo il disegno di legge sull’organizzazione del servizio sanitario, che prevede la divisione del territorio piemontese in sei federazioni.
Secondo il presidente Roberto Cota, “l’approvazione della legge, che é il pilastro del nuovo piano sanitario, è un passo molto importante. Sono contento e ringrazio la maggioranza che compatta ha sostenuto il provvedimento”.
Ad entrare nei dettagli è l’assessore alla Sanità, Paolo Monferino: “Il risultato emerge da un percorso d’aula relativamente rapido grazie alla disponibilità della Giunta ad accogliere alcuni emendamenti presentati dalla maggioranza. La condivisione si è concentrata su quattro punti: individuare risorse per le politiche sociali per una disponibilità complessiva per il 2012 di circa 110 milioni; le federazioni sanitarie saranno sei ed avranno il compito di gestire alcune funzioni tecniche, logistiche ed amministrative oggi svolte singolarmente da ciascuna delle aziende sanitarie; l’azienda per l’emergenza 118 non verrà costituita e l’organizzazione del sistema sarà definita dalla Giunta attraverso l’individuazione di idonei strumenti; saranno premiati con risorse aggiuntive i Consorzi socio-assistenziali e le altre forme di aggregazione che si dimensioneranno in maniera coincidente con i distretti delle Asl”.
“Gli obiettivi alla base del nuovo piano socio-sanitario, ossia la razionalizzazione della rete ospedaliera e la centralizzazione dei servizi e delle attività di supporto rimangono prioritari ed imprescindibili, utili per arrivare ad un sistema sostenibile – puntualizza Monferino – Le proposte avanzate non modificano per nulla l’ossatura e la filosofia di fondo del documento, ma ci consentiranno di approdare quanto prima all’approvazione della riforma utilizzando strumenti comunque finalizzati a razionalizzare i vari servizi sanitari presenti sul territorio piemontese. Prima si approverà il piano, prima potremo lavorare alla creazione di una sanità organizzativamente ed economicamente sostenibile, recuperando risorse che verranno destinate a soddisfare i bisogni della popolazione piemontese”.