Angela  MottaE’ in corso in Consiglio regionale l’esame della deliberazione sul riordino delle Province richiesta dalla legge nazionale n.135/2012 sulla spending review. In apertura di seduta è intervenuto il presidente della Regione, Roberto Cota, che ha sottolineato innanzitutto la sua contrarietà all’impianto complessivo delineato dal Governo: “Ci troviamo in una situazione paradossale: dover gestire una situazione non voluta da noi e frutto di scelte che non condividiamo e che vanno rispedite al mittente. Dobbiamo ottenere la modifica dell’impianto normativo, l’elezione diretta delle Province, senza la quale viene tolta la rappresentanza ai territori, e il reintegro delle risorse da parte del Governo, perché non si possono realizzare accorpamenti senza i fondi necessari”. Infine, Cota ha sostenuto che prima di approvare il decreto di riordino delle Province italiane il Governo deve attendere che il 6 novembre la Corte costituzionale si pronunci sul ricorso di illegittimità presentato da alcune Regioni, tra cui il Piemonte.   “Il risparmio reale sarà dello 0,4% – ha detto la consigliera Motta nel suo intervento – contro un costo riorganizzativo oscillante il 10 e 15 %. Cito solo alcuni capitoli: anagrafe, informatizzazione, cartellonistica saranno da cambiare, e saranno nuovi costi. Allora dove sarebbe secondo questi Soloni il risparmio ? Nel personale. Ecco, finalmente abbiamo trovato i veri costi, anzi i veri sprechi : i dipendenti pubblici che, dopo i politici, sono la categoria più odiata dai cittadini. Io parlo per la mia provincia, che è quella che conosco, e meglio di me la conoscono la collega Valle e l’assessore Quaglia che hanno fatto gli assessori provinciali: la professionalità e la competenza dei dipendenti provinciali è molto alta e in questi ultimi anni sono stati tanti i tagli e i sacrifici, anche di riduzione del personale che sono stati fatti e quindi oggi fare ulteriori tagli significherebbe penalizzare dei lavoratori, le loro famiglie e una drastica riduzione dei servizi ai cittadini. Quindi il mio no convinto è anche, e soprattutto, a difesa del lavoro dei dipendenti coinvolti e a salvaguardia dei servizi ai cittadini”.