Alberto ValmaggiaIl Piano di gestione del rischio di alluvioni in Piemonte, previsto dalla Direttiva europea del 2007 relativa alla materia, sarà adottato dal Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po entro la fine di quest’anno, per poi essere approvato in via definitiva a fine 2015. Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia, nel corso della seduta congiunta delle Commissioni II e V del Consiglio regionale, ieri a Palazzo Lascaris. La riunione si è svolta all’indomani dell’audizione al Senato davanti alle Commissioni riunite Lavori pubblici e Territorio e Ambiente sul maltempo in Piemonte. I comuni in difficoltà per i temporali di metà ottobre/inizio novembre sono un centinaio: 85 in provincia di Alessandria e 10 nel Verbano Cusio Ossola. I danni pubblici subiti ammontano a oltre 100 milioni di euro. Circa 10 milioni di euro sono stati spesi dai Comuni nell’immediato con ordinanze dei sindaci. Si prevede una spesa di 40 milioni nel breve periodo e i restanti 50 per la sistemazione nel medio periodo. Gli ultimi eventi di maltempo in Piemonte – ha detto l’assessore Valmaggia –  sono stati caratterizzati da una straordinaria intensità, unita alla localizzazione delle precipitazioni: i picchi registrati di 40 centimetri di acqua, caduti in sei ore, sono valori eccezionali”. Di qui la necessità di predisporre interventi strutturali, piani e programmi di intervento. “Il settore Opere pubbliche della Regione – ha spiegato l’assessore all’Ambientesta lavorando, nei tempi indicati dalla normativa, alla predisposizione del Pgra, Piano di gestione del rischio alluvioni, previsto dalla Direttiva europea 2007/60/CE, che disciplina la materia”. Con risorse proprie della Regione si stanno predisponendo delle mappe della pericolosità e del rischio. Il prossimo passo sarà l’adozione del Piano da parte del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po, che avverrà entro la fine dell’anno. L’approvazione definitiva avverrà a fine 2015. Oggi in Piemonte i Comuni dotati di piano regolatore, aggiornato rispetto alle tematiche del dissesto idrogeologico, e adeguati al relativo Piano d’assetto del 2001, sono circa 770: quasi il 64% dei Comuni piemontesi, per più di 4 milioni di abitanti. Un altro 20% è in itinere, nella fase di verifica del dissesto o nell’iter di approvazione urbanistico. Le opere previste dalle politiche di difesa del suolo a partire dal 1994 nei nodi più critici del Piemonte sono completate per circa il 70%, per una spesa che si aggira intorno al mezzo miliardo di euro: si è passati dai 40 chilometri di argini prima del ’94 ai 600 di oggi.