Nell’Astigiano si stima che le persone ipertese siano tra le 70 e 90 mila, ma il 25% di loro non sa di esserlo: non a caso l’ipertensione arteriosa, che non dà manifestazioni, viene definita un “killer silenzioso”. Il risultato di una cattiva gestione della malattia potrebbe essere molto grave: il mancato controllo della pressione arteriosa determina, infatti, un aumento del rischio di morte o di invalidità per l’insorgenza di ictus, infarto al miocardio o scompenso cardiaco, insufficienza renale.
“La diagnosi precoce – sottolinea il dottor Antonio La Grotta, responsabile dell’Ambulatorio di endocrinologia e ipertensione arteriosa secondaria, attivo all’ospedale Cardinal Massaia – è fondamentale. Basta un semplice controllo: la misurazione periodica della pressione arteriosa: noi medici la consigliamo ogni due, tre mesi ai soggetti predisposti e ogni sei mesi agli adulti senza disturbi o malattie”.
Nel 80-90% dei casi la causa dell’aumento pressorio cronico non è conosciuta. Si presume che per sua l’insorgenza sia necessaria la contemporanea presenza di una predisposizione genetica associata ad alcuni fattori ambientali: obesità, inattività fisica, eccessivo introito di sodio (sale e prodotti conservati con esso), ridotto introito di potassio e abuso di alcolici. Nel 10-20% dei casi si riesce a scoprire la vera causa dell’ipertensione, come ad esempio una malattia renale, endocrinologica, vascolare e la sindrome delle apnee notturne.
L’ambulatorio dell’Asl AT, interno al reparto di Medicina A, ha attualmente in carico circa 3.000 soggetti ipertesi e registra una media di 100 accessi al mese: funziona da circa 20 anni e si occupa di diagnosi e cura della malattia. Vi accedono gli ipertesi complessi e quelli con il sospetto di un’ipertensione dovuta a cause specifiche (soggetti giovani, persone con valori pressori elevati non controllati dai farmaci antipertensivi o con pluripatologie, donne ipertese in gravidanza). 
“Ogni anno – indica Valter Saracco, primario di Medicina A – circa 400 pazienti vengono sottoposti a una valutazione accurata  con test ormonali ed esami strumentali complessi. A tutt’oggi, nel nostro centro, sono stati diagnosticati 600 casi di ipertensione secondaria a patologie specifiche (malattie renali, endocrinologiche e vascolari). Questi soggetti ipertesi presentavano una pressione arteriosa severa e di difficile controllo: la prescrizione di una terapia mirata ha consentito di ottenere un migliore controllo pressorio e, in alcuni casi, la guarigione completa. La nostra soddisfazione è di poter offrire ai pazienti un miglioramento della qualità della vita a lungo termine e ridurre, in modo significativo, il rischio di incorrere in patologie gravi e invalidanti”. ? ? ? ?
Il centro specialistico del “Massaia” lavorerà nei prossimi due anni anche in stretto contatto con l’Ambulatorio Medico Orientato di Canelli, Nizza, Montegrosso e Villafranca gestito dai Gruppi di cure primarie. I medici di famiglia sono impegnati in un programma di prevenzione per intercettare il rischio di ipertensione tra la popolazione (soggetti dai 18 anni in su).
I casi che necessiteranno di approfondimenti saranno presi in carico dall’ambulatorio specialistico del “Massaia”, impegnato da tempo in campagne informative sull’ipertensione: mentre prosegue la distribuzione, ai pazienti presi in carico, di un opuscolo con le principali indicazioni sulla corretta gestione dello stato ipertensivo, nei prossimi mesi saranno organizzati corsi destinati a piccoli gruppi di utenti con un difficile controllo pressorio e ad alto rischio cardiovascolare.