Sono stati diffusi ieri dall’Istat i dati 2011 relativi agli indicatori ambientali urbani, con un’approfondita analisi delle politiche attuate nei comuni capoluogo di provincia.
Spulciando tra i dati spicca il consistente aumento dei panelli solari fotovoltaici (70,7% rispetto al 62,1% del 2010) e quelli termici (57,8%, + 4.3% rispetto all’anno precedente) installati su edifici comunali mentre diminuiscono sensibilmente le centraline di monitoraggio della qualità dell’aria (88,8%, con un decrescita del 2,6 rispetto al 2010).
In tema di rifiuti e raccolta differenziata, il servizio è presente in tutti i 110 capoluoghi di provincia ma solo in 96 risulta servita tutta la popolazione.
Grandi discrepanze persistono tra Nord (con una percentuale di raccolta pari al 44,9), Centro ( 30,7%) e Sud (solo il 19.5%).
In questa speciale classifica Asti si conferma tra le città più virtuose (in anticipo rispetto alla scadenza del termine di legge fissato per il 31 dicembre 2011) avendo raggiunto l’obiettivo del 60% della raccolta differenziata; il dato si attesta al 62,9%, in lieve calo rispetto al 2010 (62,5%) e il 2009 (64,6).
Dei sedici capoluoghi che hanno raggiunto l’obiettivo, però, Asti è fanalino di coda tra le tre provincie piemontesi presenti, superata da Novara (72,6%) e Verbania (72,3). Ancora otto dei nove capoluoghi siciliani (Ragusa a parte con il 16,8%) raggiungono nemmeno il 15% di differenziata, toccando il minimo ad Enna.
Diminuisce inoltre il consumo d’acqua potabile consumata per uso domestico a livello nazionale; nel 2011 l’uso ammontava a 1,16 miliardi di metri cubi, il 3,4% in meno rispetto al 2010. Anche Asti è in linea con il trend e rispetto ai 191,7 litri consumati nel 2004 (picco massimo nel periodo d’osservazione 2000-2011) ora si assesta a 164,1 litri, poco più di Alessandria (163,4 nel 2011).
Sempre in tema di acqua pubblica, per quanto riguarda gli impianti di depurazione, il servizio ha coperto, nel 2011, l’89,9% della popolazione residente (+0,7 rispetto al 2010).
Asti è uno dei dieci comuni in cui l’aumento della copertura è stato superiore ai 2 punti percentuali (+3,5%) e solo Alessandria (+5.2%) riesce a far di meglio in Piemonte.
Peggiora invece la qualità dell’aria nel Nord Italia; il numero medio di superamenti del valore limite del PM10 si è attestato a 54,4 giorni, quasi 10 in più rispetto al 2010 (44,6).
Nell’infausta classifica dei primi dieci capoluoghi di provincia che nel 2001 hanno fatto registrare il maggior numero di giorni di superamento del limite per la protezione della salute umana, Asti ricopre il 7° posto, preceduta da Monza, Alessandria, Verona, Milano, Siracusa e Torino.
Nell’ambito dei trasporti, è cresciuto il tasso di motorizzazione (numero di autovetture per mille abitanti) dei capoluoghi di provincia  (+0.5 rispetto al 2010)  e risulta ancora predominante il numero di vetture euro 0, I, II e III rispetto alle nuove quattroruote euro IV e V (325,8 a 287,9, con un tasso medio pari a 600 autovetture per mille abitanti in 74 comuni).
Asti è risultata poco sopra la media con 631,6 mezzi, superando Alessandria (602.5) e addirittura Torino (600.9), ma ancora lontana dai dati di Cuneo (684.9) e Biella (691.7).
Triste primato anche nella classifica del tasso di motorizzazione per autovetture inquinanti; ad Asti sono ancora in media 350,5 per 1000 abitanti, un dato allarmante e secondo solo a quello di Cuneo (353) e Biella (371.3) tra i capoluoghi piemontesi.
Limitata, invece, la densità veicolare (calcolata tra numero di veicoli per km quadrato rispetto alla superficie comunale) con Asti ferma a 423,8, il dato più basso in Piemonte dopo quello di Alessandria (363.2).
Maggiore attenzione si riscontra per i controlli dell’inquinamento acustico, con 77 comuni (tra cui Asti) che hanno adottato la zonizzazione acustica del territorio comunale (che comporta “l’individuazione di porzioni omogenee del territorio sulla base della prevalente ed effettiva destinazione d’uso”).
L’82% dei controlli effettuati sono stati a seguito di esposti dei cittadini mentre i rimanenti sono stati richiesti direttamente dagli organi istituzionali.
L’analisi dell’Istat ha preso infine in esame i consumi di energia elettrica per uso domestico, rimasti sostanzialmente stabili a livello nazionale, ma con diminuzioni rilevanti per Torino (-15.6%) e Palermo (-15%).
L’ecosostenibilità del nostro Paese è ancora molto ridotta in diversi ambiti: le autovetture con alimentazione di tipo ecologico rappresentano poco più del 20% dell’intero parco auto (3,6% elettriche e/o ibride, 14,7% a metano, e 3,4% Gpl), con capolista Reggio Emilia (53,8% di auto elettriche e/o ibride e 5,7% a metano).
Ultimo accenno agli acquisti effettuati dai capoluoghi applicando criteri ecologici; nel 2011 i più diffusi sono stati quelli per la cancelleria (68,8%), seguiti dalle apparecchiature elettriche e/o elettroniche (61,2%), gli articoli per la pulizia (54,3%), i servizi energetici (50%), gli arredi (49,1%) e i materiali edili (29,3%).

Fabio Ruffinengo