giornata del malato - astiMai come quest’anno la Giornata Mondiale del Malato ha assunto un significato di massima  rilevanza per la città di Asti. Le celebrazioni hanno avuto il loro culmine nella Santa Messa, tenuta  sabato pomeriggio nella piazza interna dell’ospedale Cardinal Massaia da monsignor Francesco  Ravinale, vescovo di Asti. Rispetto alle precedenti edizioni, il momento di raccoglimento in preghiera e solidarietà per gli  infermi nel “santuario della sofferenza” è stato caratterizzato dall’altissima attenzione dedicata al  nosocomio astigiano in questi mesi, dopo che la delibera regionale in materia di riordino della rete  ospedaliera piemontese ha rischiato di relegare (e per alcuni il rischio non è rientrato) il Cardinal  Massaia come struttura periferica rispetto all’hub di Alessandria. La massiccia partecipazione di personale ospedaliero (medici, infermieri, OSS, tecnici di  laboratorio ecc.), volontari, autorità e cittadinanza sono il manifesto più concreto dell’attaccamento  che la società ha nei confronti del suo presidio, che lo scorso 22 dicembre ha “spento” la sua  undicesima candelina.  Siate «occhi per il cieco» e «piedi per lo zoppo» è l’intensa riflessione, ripresa dal libro di Giobbe  (29, 15), che papa Francesco ha voluto stimolare in occasione della ventitreesima giornata del  Malato e il “nostro” Francesco l’ha tradotta ricordando l’impegno “di stare accanto al fratello  sofferente, in spirito di servizio, con quella solidarietà che non permette di giudicare, per lasciare  spazio ad una cultura e una pratica di autentica solidarietà”. Una chiamata, che era il messaggio  della precedente edizione ma resta un vivido concetto, a “conformarci a Cristo, buon Samaritano di  tutti i sofferenti”: di ferite da fasciare, anche negli astigiani, ve ne sono parecchie e ognuno di noi è  chiamato a ricoprire la propria parte.  La soddisfazione per la riuscita dell’incontro si legge con chiarezza nelle parole che Ravinale ci  lascia al termine della celebrazione eucaristica: “La Giornata del Malato è una delle massime  espressioni della civiltà di una comunità, un’occasione di cura del cuore che Asti ha saputo  cogliere”. Una comunità che si regge sulle regole dettate dalla classe politica, rappresentata in sala  da numerosi esponenti del consiglio comunale. A loro abbiamo chiesto una riflessione sulla giornata  vissuta e in particolar modo sulla situazione dell’ospedale di Asti.  Così Davide Arri, vicesindaco della città di Asti: “Siamo molto attaccati al nostro ospedale e le  modifiche apportate dalla Regione alla riforma ci soddisfano, non sono stati sordi alla richieste  che giungevano con insistenza dalla nostra città”. Il mancato ricorso al Tar è da leggersi come  una “scelta ponderata, la dimostrazione che la politica ha saputo dialogare per trovare la soluzione  più opportuna”. Per l’assessore ai Servizi Sociali, Piero Vercelli, la Giornata è un momento di  “profonda riflessione per mettersi nei panni di chi soffre”. Vercelli tira un flebile sospiro di  sollievo affrontando il tema dei tagli alla spesa sociale, ridimensionati dopo l’approvazione di  un emendamento presentato dalla consigliere Mariangela Cotto e che prevede lo spostamento di  200.000 euro dal trasporto pubblico al sociale: “E’ un importante passo in avanti, auspichiamo che  una mano ci giunga anche dalla Regione per maggiori trasferimenti. Stiamo un vivendo di grande  crisi e dobbiamo essere realisti, lavoreremo per razionalizzare ancor di più la spesa corrente”.  La sopraccitata Mariangela Cotto ha invece voluto sottolineare la grande partecipazione  all’incontro: “E’ bellissimo vedere così tanta gente unita a difesa dell’ospedale e nonostante le  modifiche alla riforma i timori restano ancora forti”. La Cotto, in collaborazione con la LILT di Asti  (Lega Tumori), assicura la prosecuzione dell’impegno in ottica sociale e sanitaria: “la Sanità è in  crisi ed è facile scaricare i tagli sui servizi sociali ma continueremo a combattere per far si che le  richieste di cura dei cittadini vengano sempre soddisfatte in tempi utili”.  L’ultimo commento che abbiamo raccolto è quello di Angela Quaglia, consigliere comunale e anima  della petizione contro la chiusura dei reparti al Cardinal Massaia che ha raggiunto ormai quota  35000 firme: “La grande partecipazione a questa manifestazione dimostra ancora una volta che  la cittadinanza è vicina al proprio ospedale e Asti deve sentirsi fortunata ad avere come vescovo  monsignor Ravinale, una figura straordinaria capace di commuoversi parlando della sofferenza  altrui e il cui messaggio di speranza scalda il cuore”. Fabio Ruffinengo