E’ inaccettabile l’esclusione dei lavoratori autonomi dai benefici previdenziali previsti per i lavori usuranti, si tratta di una discriminazione che presenta profili di dubbia legittimità costituzionale – commenta il direttore di Confartigianato Asti Giansecondo Bossi  – inoltre lo schema di decreto presenta molte criticità che si ripercuotono sui datori di lavoro che sono soggetti a sanzioni onerose laddove la documentazione per dimostrare l’esistenza del beneficio previdenziale dovesse risultare non idonea. Non si possono superare difficoltà  di applicazione della normativa trasformandole in responsabilità  e oneri aggiuntivi per le aziende“.
Giansecondo Bossi contesta la disparità di trattamento tra lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi.
Non si capisce – sottolinea Bossi – perché alcune attività vengono definite usuranti se sono svolte da lavoratori dipendenti mentre tali non sono considerate se ad esercitarle è un lavoratore autonomo. Eppure nei settori privati inclusi nella lista del decreto, ogni 100 dipendenti troviamo 49 imprenditori che svolgono le medesime mansioni usuranti del dipendente”.
Giansecondo Bossi chiede che venga ripristinato quanto previsto nelle precedenti riforme del sistema pensionistico obbligatorio e complementare, estendendo le norme sui lavori usuranti anche ai lavoratori autonomi.
Tra le criticità del provvedimento – conclude il Direttore Bossi – fa rilevare anche l’esclusione di importanti settori come l’edilizia e l’autotrasporto merci. “Come si può pensare che l’attività di autotrasportatore di merci sia meno faticosa rispetto a quella di un dipendente alla guida di un mezzo pubblico?”.