canoaA volte basta poco per realizzare un sogno. Intanto bisogna immaginarlo incontrando al Festival “A sud di nessun nord” Giacomo De Stefano, astigiano di nascita e chioggiotto d’adozione,  e sentirlo raccontare le sue imprese in barca sui fiumi di mezza Europa. E poi, per realizzarlo, una canoa gonfiabile tutt’altro che professionale che suscita persino ilarità tra canoisti resperti.  Tanto spirito d’iniziativa. Ed un pizzico di beata incoscienza derivante dai diciott’anni appena compiuti. Così il sogno si materializza in una vera e propria “impresa” come è successo a Marco Magrini di Villafranca d’Asti e Andrea Nosenzo di Portacomaro stazione,  compagni di scuola al Liceo Monti ed amici per la pelle, che hanno raggiunto Venezia in undici giorni sulla loro imbarcazione “Silvi” partendo da Asti dalle parti del ponte di Corso Savona. Non erano mai saliti in canoa ed il battesimo è avvenuto sulle acque del rio Triversa soddisfando il desiderio del loro “mentore” Angelo Benotto, appassionato di storia,tradizioni ed ambiente della Valtriversa che li ha sostenuti nel progetto. Le prove generali, invece, si sono tenute sul Tanaro nel tratto da Motta di Costigliole al luogo poi prescelto per la partenza. Pochi consigli da parte del loro  professore di educazione fisica e qualche suggerimento ottenuto da conoscenti di una società di canoisti poi la partenza tra lo scetticismo di amici e compagni di scuola ed una certa ‘apprensione dei genitori. Il bagaglio composto da oggetti per la sopravvivenza: zaini con sacchi a pelo, tenda canadese, fornellino da campeggio, piatti e soprattutto tanto cibo in scatola. Persino il sapone biodegradabile per docce improvvisate sull’argine dei fiumi. Puntuale un diario di bordo con appunti di viaggio pubblicato quotidianamente sulla bacheca personale di Facebook. Prima parte del percorso sul Tanaro dalla corrente più impetuosa, qualche “rapida” ed acque più limacciose. E’ poi toccato al Po che non ha presentato particolari difficoltà nella navigazione. E nella galleria dei ricordi di un’esperienza indimenticabile si sono racchiuse tantissime situazioni: luoghi incontaminati di grande bellezza, la quiete del grande fiume, “chiuse” da superare, personaggi di grande simpatia incontrate sugli argini e tra gli imbarcaderi.  Grande ospitalità ovunque  con inviti a cena ed accoglienza per la notte.    Da contraltare, peraltro, anche  un tentativo di furto sventato. Ed infine, dopo l’arrivo in laguna, la pittoresca cittadina di Chioggia ad accoglierli. Soltanto l’ultimo tratto, nei pressi del Canal grande, è stato sconsigliato per motivi di intenso traffico rispetto alle piccole imbarcazioni tipo “Silvi”. Due giorni di riposo in campeggio e quindi il ritorno a casa in treno con una piccola folla di parenti ed amici ad accoglierli alla stazione che ha lasciato i due eroi quasi senza parole. Poi, l’abbraccio con le mamme, le grandi assenti all’ora di cena sul fiume. Ed appena ripresi dalla sorpresa, hanno dichiarato: “ Un’esperienza incredibile. Da ripetere assolutamente. Per la bellezza ed il fascino del fiume e per le persone speciali che abbiamo incontrato. Ed in particolare per essere cresciuti ed aver imparato a superare le difficoltà.”  Ora non resta che godersi questo sogno realizzato che è pure una vera e propria “impresa”. In attesa della maturità del prossimo anno. In attesa di nuove grandi sfide da sognare e da vivere ancora. M.G.