I consiglieri comunali Beppe Passarino e Michele Anselmo della lista “Uniti si può”, chiedono che sia fatta chiarezza sulle prospettive della casa di riposo Città di Asti, che da marzo 2016 è retta dal commissario Giuseppe Carlo Camisola, in seguito alle dimissioni del consiglio d’amministrazione, avvenute a fine 2015.
“La trasparenza – affermano in una lettera inviata agli organi di informazione – deve venire in primo luogo da un soggetto terzo competente a pronunciarsi sull’andamento dei conti”.
E’ stato davvero risanato il bilancio?, si chiedono i due consiglieri.
“Solo a conti asseverati, si potrà avviare una discussione su un’eventuale alienazione di parti del fabbricato, quelle prospicienti a via Bocca: tale alienazione non può essere disgiunta da un progetto complessivo pluriennale di rilancio della struttura. Un progetto serio, per essere credibile, deve partire da un’attenta disamina e da studi propedeutici ed epidemiologici relativi alle prospettive della città e alla sua evoluzione circa l’andamento dell’invecchiamento della popolazione e le proiezioni sulle condizioni di salute della stessa, l’incidenza dell’iniziativa privata nel settore anziani e anziani non autosufficienti, nonché l’essenziale coinvolgimento dell’Asl At.
“Già in passato si sono fatti pesanti investimenti in ristrutturazioni che dovevano modificare la Casa di Riposo quale lungodegenza dell’ospedale e che, a trasformazioni avvenute e spese sostenute, non sono stati poi sorretti dall’Asl con pesanti conseguenze negative sui bilanci. La casa di riposo Città di Asti ha, quale compito statutario, quello di offrire una dignitosa assistenza alla popolazione anziana, garantendo tariffe che consentano agli strati meno abbienti della popolazione di trovare nella struttura disponibilità di posti e qualità nei servizi erogati. Si trae invece l’impressione fondata che, nel settore, l’iniziativa privata e cooperativistica acquisisca sempre più spazio e profitti, con il settore pubblico che abbandona il campo rinunciando alle proprie opzioni di calmierazione del mercato.
Insomma, questa lunga agonia pare voglia portare a una soluzione, comoda a tanti, meno che agli anziani, alle loro famiglie, ai dipendenti della struttura. Ecco perché è necessario fare chiarezza una volta per tutte, andando a sciogliere i nodi controversi ed evitando di continuare ad assistere a iniziative spot scollegate tra loro e prive di un disegno progettuale organico a lungo termine correlato da tutti i crono programmi necessari: reale stato del bilancio, studi propedeutici ed epidemiologici, progetto di ristrutturazione, progetto complessivo in posti letto anche con la diversificazione della tipologia offerta, articolazione degli operatori nelle diverse professionalità e, infine, possibili alienazioni e piano di finanziamento sostenibile e credibile. Con queste ragioni, che, in assenza della conoscenza di molti dati, risultano di massima, chiamiamo tutte le forze economiche e politiche cittadine a pronunciarsi e intervenire.
Pensiamo che il sindaco e l’assessore competente debbano assumere come priorità le prospettive di un revisione della Casa di Riposo coinvolgendo tutti i soggetti interessati ad avere un ruolo attivo e propositivo quali: ognuno per le proprie peculiarità, la Asl Asti e la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti.Attendiamo di conoscere quali tempestive azioni di coinvolgimento saranno poste in essere, compreso un reale e studiato progetto con un piano gestionale e imprenditoriale valido, ma che soprattutto abbia come obiettivo un rilancio della struttura e non sia giustificabile invece la soluzione di utilizzare le strutture private esistenti e quelle che si stanno realizzando, come alternativa all’incapacità di provare a fare ragionamenti che siano economicamente e socialmente accettabili”.
L’articolo completo sul nemero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 17 novembre.

Silvia Cotto