Si è appena fatto scoprire e già guarda ad altri ambiziosi traguardi: il Museo Paleontologico, inaugurato ieri a Palazzo del Michelerio, non smette di stupire. Moltissima gente, nel pomeriggio, per la presentazione dei nuovi allestimenti (valorizzati dalla bellezza del grande salone ipogeo che li ospita insieme all’acquario preistorico) e per l’apertura della mostra di Sergio Brumana “Cetacea”: balene dappertutto, negli sguardi incuriositi dei visitatori, vere e fossilizzate nei loro quattro milioni di anni accanto a delfini e conchiglie, creative e giocose nelle geniali ricostruzioni rispettose dell’ambiente di Brumana, che usa materiali riciclati con sorprendenti effetti speciali. La storia avrebbe anche potuto finire lì, in una giornata molto importante e di sicuro successo per il Parco paleontologico astigiano, presente con l’intero Consiglio dell’Ente (il presidente Gianfranco Miroglio, il vice Alessandro Boano, i consiglieri Umberto Gallo Orsi, Michelino Musso, Felice Musto,) il direttore Graziano Delmastro, il personale e i giovani volontari (servizio civile e alternanza scuola lavoro). Invece, durante gli interventi istituzionali che hanno preceduto le visite agli spazi, è arrivata la notizia: presto saranno disponibili i fondi regionali (un milione di euro) per sostenere il restauro dell’ex chiesa del Gesù, destinata a ospitare i grandi reperti, già presenti e da acquisire, per realizzare l’idea del centro studio dei cetacei fossili. Lo ha annunciato la consigliera regionale Angela Motta, indicando che “le risorse sono contenute nel pacchetto che sarà approvato lunedì e che andrà a finanziare il progetto del Comune ‘Asti Vino e Cultura’ per il rilancio della città e del territorio”. L’ex chiesa del Gesù (“un gioiello artistico e architettonico, oltre che un posto magico per la suggestione che suscita” lo ha definito Miroglio) ieri pomeriggio è stata lasciata aperta: chi l’ha vista ha immediatamente percepito l’unicità di un luogo di grande storia e bellezza. Il suo recupero s’iscrive nel futuro del Museo Paleontologico. Non a caso Miroglio ha puntualizzato che “l’inaugurazione dei nuovi allestimenti nello spazio ipogeo non è un punto d’arrivo, ma di partenza: il prossimo obiettivo è quello di portare a casa quei circa duecento reperti fossili, grandi o piccoli che siano ma tutti molto significativi, conservati da troppo tempo fuori Asti”. L’importanza del patrimonio fossilifero racchiuso nel museo cittadino e nei geositi sul territorio è stata sottolineata da Alberto Crosetto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo: “Quello che si inaugura oggi non è solo il museo di Asti, ma dovrà diventare un punto di riferimento per l’Europa: quando si parla di Villafranchiano non sempre si sa che Villafranca si trova in provincia di Asti”. “Orgoglioso di questo patrimonio fossile, perché ce l’abbiamo solo noi e bene abbiamo fatto a scommettere sul museo” ha commentato il sindaco Fabrizio Brignolo, mentre l’assessore alla Cultura Massimo Cotto ha spinto lo sguardo più in là: “Quello di oggi è sicuramente un momento per cui gioire, ma dobbiamo continuare a battere nuove strade perché la cultura è guardare verso il futuro”. Giulio Pavia, paleontologo di fama internazionale cui si deve la prima sezione museale ospitata in origine al Battistero di San Pietro, ha riconosciuto che “da quando siamo partiti molte cose sono migliorate”, ma invitato le istituzioni a tenere in considerazione i problemi battenti: “chi lavora nel museo si aspetta il potenziamento del personale oltre che delle risorse”. Infine, prima delle visite, il ringraziamento del Parco a quanti hanno assicurato collaborazioni preziose, tra cui Rotary e Lions (risistemazione delle sale didattiche) e Associazione CreATive (donazione della Bottiglia d’Artista “Il mare in collina” realizzata da Mac). Al personale e ai volontari l’applauso del pubblico sollecitato dal direttore Delmastro. Museo e mostra “Cetacea” resteranno aperti nel seguente orario: da lunedì a giovedì 10-16; sabato, domenica e festivi 10-13/16-19. Ieri li hanno visitati anche molti direttori degli Enti di gestione dei parchi piemontesi.