Ospedale e territorio insieme contro le patologie renali: sono stati 37 i medici di medicina generale a partecipare all’incontro di aggiornamento organizzato dalla Nefrologia astigiana diretta da Ercole Biamino. Con lui i colleghi di reparto Nicola Giotta e Dario Sassone.
“Si tratta di un appuntamento – spiega Biamino – che, da ormai quattro anni, viene proposto ai medici e replicato anche in più di un’edizione nell’arco di dodici mesi. Una buona occasione per confrontarsi su problemi che, purtroppo, registrano un’elevata diffusione: nel mondo una persona su dieci ha un problema renale, mentre ogni anno si calcola una media di 150-180 nuovi dializzati per milione di abitanti. L’Asl AT assiste attualmente 154 pazienti emodializzati, 20 in dialisi peritoneale e 69 trapiantati, con circa 30/35 nuovi casi all’anno”.
Durante la giornata di approfondimento è stata anche trattata la sindrome cardio-renale, disturbo che evidenzia come un soggetto affetto da patologia renale abbia maggiore probabilità di sviluppare problemi cardiaci, e viceversa. A relazionare sul tema Luca Capello, cardiologo al Massaia.
“I disturbi renali – sottolinea Biamino – spesso non danno sintomi evidenti. Alcune categorie di persone sono più esposte al rischio di sviluppare patologie, tra queste i consanguinei di nefropatici, gli ipertesi, gli obesi, i diabetici e gli anziani. Per loro, in particolare, è molto importante essere attenti alla prevenzione attraverso controlli semplici e dai costi contenuti come il dosaggio della creatinina nel sangue, l’esame delle urine ed il monitoraggio della pressione”.
“È fondamentale – commenta Mauro Favro, direttore sanitario dell’Asl AT – che la diagnosi precoce passi attraverso la lente d’ingrandimento di chi è più spesso vicino all’utenza. Per questo riteniamo fondamentale avere un dialogo tra reparti ospedalieri e medici del territorio che rafforzi e consolidi il servizio sanitario nel suo complesso. In questo modo, oltre al benessere della popolazione, perseguiamo anche un altro obiettivo: il risparmio economico. La cura è infatti mediamente molto più costosa della prevenzione e delle terapie di controllo”.
Il caso della patologia renale è emblematico: un paziente in terapia ambulatoriale costa al servizio sanitario nazionale circa 2 mila euro l’anno, contro una cifra che può variare dai 25 ai 50 mila euro per i pazienti in dialisi, a seconda del tipo di trattamento.