OSPEDALE CARDINAL MASSAIA - ASL AT“Sotto osservazione”. Sembra il titolo di un film hollywoodiano, un prison-movie sulla falsariga di Sorvegliato speciale, celebre pellicola che vede protagonista Sylvester Stallone. Sembra ma non è. Il virgolettato si riferisce infatti alle parole utilizzate dall’assessore regionale Antonio Saitta in riferimento a Malattie Infettive del Cardinal Massaia di Asti diretto dal dottor Alberto Biglino. Il destino del reparto resterà incerto fino a dicembre 2016, due anni, che rappresentano l’arco temporale per la piena attuazione della delibera 1/600 in materia di riforma della rete sanitaria regionale e che serviranno alla giunta Chiamparino per valutare se far proseguire le attività nel nosocomio astigiano o preferire l’accorpamento con il SS Antonio e Biagio di Alessandria. “Sentirsi sotto osservazione è insulto alla nostra professionalità, ci dicano solo se il reparto serve o no” è il  duro commento del primario di uno dei reparti più apprezzati del Cardinal Massaia.   CHI E’ ALBERTO BIGLINO   Alberto Biglino è professore di Malattie Infettive alla Scuola di Medicina dell’Università di Torino, polo San Luigi Gonzaga. Ricercatore universitario dal 1976, specialista in Medicina Interna e in Malattie Infettive, dal 1992 è alla guida del reparto astigiano. E’ autore di 270 pubblicazioni scientifiche di cui 63 su riviste internazionali; è socio della European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (ESCMID), della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) e dell’Accademia di Medicina di Torino. E’ membro del Comitato Etico Interaziendale AOU San Luigi Gonzaga.   MALATTIE INFETTIVE DI ASTI E ALESSANDRIA: I DATI   L’eccellenza di Malattie Infettive non si limita al suo dirigente: i 7 medici, 21 infermieri e 8 operatori socio sanitari per 22 posti letto compongono la squadra capace di reggere il carico di 555 ricoveri ordinari annui, 9095 prestazioni per esterni, 1524 consulenze interne e 600 prestazioni ambulatoriali di pronto soccorso (dati 2014: ASL AT). Numeri che se affiancati all’equivalente reparto di Alessandria (i cui corsi per il personale vengono svolti proprio ad Asti) illustrano con più chiarezza quali difficoltà si nascondano in un possibile accorpamento. Il Presidio Ospedaliero SS Antonio e Biagio, nel 2013, con i suoi 31 posti letto (14+17 di Day Hospital, non presente ad Asti) ha offerto 2297 prestazioni per esterni, 1102 di pronto soccorso e 3708 per interni (dati: www.ospedale.al.it). In più il reparto astigiano, come spiegato da Biglino, non ha fatto spendere un euro alla Regione: la sua costituzione è avvenuta grazie all’investimento di parte dei fondi assegnati dalla legge 135/1990 per la prevenzione e la lotta contro l’Aids (dei 49 milioni di euro complessivi circa 3.400.000 vennero ripartiti in Piemonte). L’organico è sufficiente a rispondere a tutte le esigenze dei tanti pazienti? La risposta giunge direttamente dalla caposala del reparto, Stella Panzone: “Il numero sarebbe sufficiente se l’intero personale fosse a tempo pieno e senza limitazioni” e Biglino annota anche le grande difficoltà per gestire le reperibilità dei medici (secondo il CCNL della Dirigenza sanitaria, ciascun dirigente medico non può superare 10 turni di pronta disponibilità al mese).   IL PROBLEMA DELLE MALATTIE INFETTIVE EMERGENTI   Particolarmente allarmante è la recrudescenza della tubercolosi polmonare, specie in immigrati e categorie disagiate: sono stati 45 i casi trattati lo scorso anno dal reparto astigiano e circa un 20% dei pazienti era residente fuori dai confini provinciali. “Nelle prime due settimane dopo l’inizio della terapia – precisa Biglino – il paziente affetto da tubercolosi polmonare è ancora contagioso e necessita di ricovero. Se non avremo più i posti letto dove li accoglieremo?” Anche l’AIDS continua a fare paura: 101 i casi totali notificati nell’Astigiano dall’inizio dell’epidemia a fine 2014, senza contare che in Piemonte 8 persone ogni 100.000 residenti hanno contratto l’infezione nel 2013, e che tanti altri sieropositivi ignorano di averla contratta essendone spesso inconsapevole veicolo. Altre malattie sessualmente trasmissibili meno note come sifilide, gonorrea, clamidia e varie tipologie di condilomi sono inoltre in costante aumento nonostante sia cresciuta, soprattutto tra i più giovani, la consapevolezza dei rischi che comportano i rapporti non protetti, questo anche grazie ai seminari negli istituti superiori della nostra provincia condotti da medici e infermieri delle Malattie Infettive. Il reparto di Biglino è anche tra i Centri regionali in grado di gestire casi sospetti di malattia da virus Ebola con due posti-letto attrezzati. Massima attenzione è inoltre da rivolgere alle malattie tropicali. Biglino stringe il focus sull’avanzata in Italia di malattie, un tempo considerate tropicali, quali la febbre West-Nile trasmessa da comuni zanzare e la febbre Dengue trasmessa dalla zanzara Aedes, insetti vettori che con il progressivo riscaldamento globale stanno colonizzando sempre più l’Europa: “Nei prossimi 10 anni rischiamo di dover affrontare questa emergenza anche in Italia”, avvisa, Paese in prima linea assieme a Grecia, Paesi balcanici e Francia.   TECNOLOGIE ALL’AVANGUARDIA E PROGETTI IN CORSO   Il reparto dispone al suo interno di un laboratorio di ricerca (gestito da un biologo grazie ad un progetto finanziato in parte dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti), orientato all’immunologia dell’infezione tubercolare, dove si effettua anche diagnostica parassitologica rapida, fondamentale in caso di malaria o gravi parassitosi intestinali in chi torna dall’estero. Malattie Infettive è da sempre conosciuto per l’utilizzo di strumentazioni all’avanguardia come il “Fibroscan”, macchinario per la diagnostica non-invasiva di fibrosi e cirrosi epatica: “Siamo stati tra i primi in Piemonte, nel 2009, a disporre di questa innovativa apparecchiatura che nel 2012 abbiamo potuto aggiornare grazie alla preziosa donazione fatta da un privato”. Guardando ai progetti in corso, Biglino esprime grande riconoscenza alla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti per i finanziamenti a sostegno del progetto “Sirio” (dedicato alla diagnosi, cura e ricerca sulle infezioni ospedaliere e nei pazienti immunocompressi) e racconta con orgoglio lo sviluppo del progetto “Matany”, sostenuto dall’associazione umanitaria Idea Onlus. Nata nel 2009 sotto la spinta di medici e infermieri del reparto infettivi di Asti (tra cui lo stesso Biglino), Idea Onlus offre un prezioso sostegno alle realtà più povere dell’Africa: “Il progetto Matany – spiega il primario – è ormai a tutti gli effetti il progetto Uganda con l’allargamento all’ospedale di Kalongo”. Grazie a una convenzione tra il reparto astigiano, Idea Onlus, l’Università di Torino e i due ospedali ugandesi, medici e specializzandi in Malattie Infettive, Medicina Interna, Pediatria e altre discipline possono affiancare alla professione un gesto di solidarietà prestando servizio (per un periodo da due settimane a 3 mesi) negli ospedali di Matany e Kalongo per curare malattie come tubercolosi, AIDS e numerose patologie pediatriche.   Fabio Ruffinengo