cena torretta (55)L’Enofila di corso Felice Cavallotti si è colorata di bianco rosso e blù in occasione della Grande Cena della Vittoria organizzata sabato sera dal Comitato Palio Borgo Torretta per celebrare la conquista del drappo dipinto dal maestro Piero Sciavolino. Una scenografia semplice ma efficace per accogliere gli oltre 300 commensali riuniti nel salone al primo piano dello storico edificio astigiano. La serata è entrata nel vivo con l’ingresso, tra due ali di borghigiani festanti accompagnati dal rullo dei tamburi e dallo squillo delle chiarine, del vessillo (retto da Franco Braccini), del Palio (retto da Alberto Furlan) e, soprattutto, del rettore Giovanni Spandonaro e del fantino Giuseppe Zedde “Gingillo”, colui che lunedì 16 settembre in piazza Alfieri ha zittito tutti vincendo un Palio con un’autorità impressionante. Sul palco la macchina del tempo condotta da Doc, lo strampalato inventore della fortunata serie di film “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis, ha portato i commensali negli anni Settanta, Ottanta, Novanta e Duemila. Di volta in volta sono stati chiamati sul palco i rettori dei vari Comitati Palio (da segnalare il debutto di Daniele Bruzzone, da pochi giorni alla guida di San Martino San Rocco) e a loro è stato consegnato un ricordo della serata: un quadretto in cui erano riportate le prime pagine dei giornali astigiani dell’anno in cui avevano vinto il Palio (o avevano realizzato il miglior piazzamento). Per fare un esempio nel quadretto consegnato a Francesco Peraino della Cattedrale erano riprodotte le prime pagine della “Gazzetta d’Asti” e de “Il Cittadino” del 1977, l’anno della vittoria del rione biancazzurro. Gli unici a non salire sul palco sono stati Nicoletta Sozio, rettrice di Santa Caterina, Alessandro Filippa, rettore di Castell’Alfero, e Giancarlo Benedetti, rettore di Canelli. Abbondantemente prevista l’assenza degli storici rivali di Santa Caterina e di Canelli (quest’ultimo limita al massimo le presenze ad Asti), ha destato sorpresa il forfait di Castell’Alfero (impegnato in una “polentata” sociale). La serata, condotta dal vicerettore Roberto Carosso (che guidava il Comitato nel 2004, l’anno della prima vittoria di Gingillo) è  proseguita con il flash mob diretto da Claudio Aggio e organizzato da Donatella Finello e Beatrice Borelli. L’ultimo atto ufficiale della Cena della Vittoria è stata la tradizionale cerimonia delle premiazioni. Dal Comitato a Gingillo (ma anche a Mariolino Beccaris, il fantino che vinse il Palio nel 1976) e allo staff che ha seguito e curato nei giorni del Palio il cavallo Bell Glade (tutti senesi appartenenti alla contrada del Bruco) e da Gingillo a Giovanni Spandonaro. Foto di Roberto Signorini A. L.