Riportare il paziente al centro dei percorsi di cura psichiatrica, migliorare e disciplinare l’accreditamento delle strutture, garantire la reale libera scelta dei luoghi di cura, testare in via sperimentale l’affido familiare per i pazienti psichiatrici, istituire una commissione di vigilanza per le strutture accreditate e riconoscere il ruolo centrale delle Associazioni di Familiari e pazienti. Questi in sintesi i punti chiave della proposta di modifica dell’attuale disciplina regionale in materia di assistenza psichiatrica presentata dal gruppo regionale di Progett’Azione.   Il gruppo di Progett’Azione ha presentato in Consiglio regionale una proposta di deliberazione consigliare che riforma l’attuale disciplina regionale D.C.R. n. 357-1370 del 28.1.1997 –  degli standard strutturali, organizzativi e gestionali del dipartimento di salute mentale  (D.S.M),  e delle strutture residenziali per i pazienti psichiatrici, quali Gruppi Appartamento, Centri di terapie psichiatriche, Comunità Alloggio e centri diurni.   I consiglieri regionali Gian Luca Vignale (primo firmatario), Angelo Burzi, Roberto Tentoni e Rosanna Valle hanno elaborato una proposta regionale volta a introdurre un processo di  revisione complessiva del modello di assistenza residenziale, finalizzato a renderlo più etico, appropriato, efficace e flessibile rispetto alle esigenze delle persone e delle loro famiglie,  e a disciplinare i requisiti per l’accreditamento della rete delle strutture  residenziali e semiresidenziali per la tutela della salute mentale     .   Sei in sintesi i punti chiave del testo presentato: revisione dei criteri strutturali, organizzativi e gestionali per l’accreditamento delle strutture, approfondimento delle funzioni della  Commissione di vigilanza per ciò che concerne l’ area residenziale, verifica della congruità dei piani di trattamento farmaceutico individuale e dei percorsi di cura applicati, introduzione in via sperimentale dell’affido familiare per i pazienti psichiatrici, previsione di un sistema sanzionatorio e istituzione di un Albo per le Associazioni dei Familiari e pazienti.   La proposta di deliberazione, particolarmente articolata ed elaborata, è frutto di un intenso lavoro tra il gruppo regionale e operatori del settore, finalizzato all’elaborazione di un testo normativo in grado di garantire qualità, efficienza e flessibilità della cura  permettendo a pazienti e famiglie di poter esser avere un ruolo attivo j nella scelta delle struttura e nell’importante azione di verifica del percorso psicoterapeutico attivato.   “Il modello assistenziale  regionale  – spiega il capogruppo Angelo Burzi – deve puntare a riportare la persona ed i suoi bisogni al centro del sistema e della rete dei servizi, partendo dal presupposto che l’inserimento residenziale costituisce solo una delle risposte di cui il sistema sanitario e socio-sanitario dispone per far fronte al percorso di salute delle persone con problemi di salute mentale. Con questo presupposto abbiamo articolato un testo che, se approvato, garantirà un maggiore coinvolgimento del paziente e della sua famiglia”.   “Il testo si presenta come fortemente innovativo – dichiara Gian Luca Vignale –non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale, soprattutto sotto il profilo etico: le disposizioni contenute riportano infatti il paziente e la sua famiglia al centro del modello di assistenza. L’introduzione di requisiti stringenti, qualitativi, strutturali e professionali, per l’accreditamento delle strutture, la garanzia della verifica del percorso di cura effettuato e il riconoscimento delle associazioni familiari sono infatti una concreta dimostrazione di come il modello elaborato si focalizzi sulla persona e sui suoi bisogni, riconoscendo come centrale il diritto alla scelta del luogo di cura e alla qualità dell’offerta ”.