“Un’ottima annata”: gli Stati Generali del vino piemontese, riuniti – in omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia – ai Giardini della Reggia di Venaria (TO) il 25 novembre scorso, hanno espresso un giudizio unanime sulla vendemmia 2011, promuovendola a pieni voti. Nonostante le preoccupazioni estive dovute alla bolla di caldo africano che aveva tenuto tutti i viticoltori in grande apprensione, la qualità delle uve raccolte quest’anno è stata ottima, con punte di eccellenza per i vitigni barbera, brachetto, cortese (specie nella zona di Gavi), freisa, grignolino e moscato. A certificarlo, come ogni anno, è la pubblicazione della Vignaioli Piemontesi che fornisce dati e analisi dell’annata in corso, presentata a una platea decisamente nutrita e competente.

Ad aprire i lavori Claudio Sacchetto, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte: «Con soddisfazione commentiamo la forte crescita del settore vitivinicolo, in controtendenza rispetto al 2009 e a parte del 2010: la produzione è diminuita del 12,6% (dai 46mila ettari di vigneti sono stati ricavati poco più di 2,6 milioni di ettolitri di vino) ma l’andamento positivo delle vendite, e delle esportazioni in particolare, ci ha consentito di tornare ai livelli pre-crisi».

Risultato che è  frutto anche del grande lavoro compiuto a livello di promozione in tutto il mondo, reso possibile dai finanziamenti dell’Ocm Vino, come ricordato dal presidente della Vignaioli Piemontesi Giulio Porzio: «I fondi disponibili per le attività promozionali del Piemonte sono passati dai 700mila euro del 2009 a 24milioni di euro per il 2012, passando per i 6milioni del 2010 e i 17milioni del 2011: una tendenza in crescita, che testimonia l’importanza dei fondi a disposizione del settore. Ciononostante, il mondo vinicolo regionale sta andando sì meglio, ma non ha ancora visto la luce in fondo al tunnel».

Passando a un’analisi più dettagliata di questa vendemmia Gianluigi Biestro, direttore della Vignaioli Piemontesi, ha tracciato un quadro generale dell’annata, a partire da un commento sulle stagioni: inverno freddo e scarsamente nevoso; primavera inizialmente piovosa, poi mite e asciutta; estate subito fresca, ma decisamente calda dalla seconda metà di agosto, e autunno caldo e secco. Piogge nella media, con un forte temporale il 4 settembre, che ha portato grandi benefici a tutti i vitigni, e al nebbiolo in particolare, più che mai bisognoso di acqua. Quanto alle fasi enologiche, trovando un aggettivo per ciascuna, Biestro le ha così commentate: “Germogliamento nella norma, fioritura e allegagione anticipate, invaiatura di lunga durata e vendemmia anticipata. Pochi i trattamenti, vista l’assenza di particolari problemi fitosanitari”.

L’incontro è proseguito con la presentazione del progetto “Wine trace”, a cura di Daniela Mangiapelo della Sin Spa (società costituita da Agea e da diverse società private per la gestione e lo sviluppo del Sistema Informativo Agricolo Nazionale), mirato a garantire la tracciabilità della filiera agroalimentare, certificando in questo modo le eccellenze dell’enologia piemontese: dai codici riportati sulla fascetta di garanzia della bottiglia sarà possibile conoscere il percorso compiuto dal vino, a partire dalle superfici di origine delle uve da cui è stato ricavato.

Andrea Ferrero ha invece presentato la neonata società consortile “Piemonte Land of Perfection”, di cui è presidente. La nuova società raggruppa i principali Consorzi di Tutela piemontesi, la Produttori Moscato d’Asti Associati, la Vignaioli Piemontesi e la Cantina Sociale di Canelli e sarà un organo operativo per la promozione e la valorizzazione delle varie denominazioni e dell’intero territorio regionale.

Infine, prima di passare alla tavola rotonda – moderata da Giancarlo Montaldo – con i rappresentanti dei Consorzi di Tutela dell’Asti, del Brachetto d’Acqui, Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero, Vini d’Asti e del Monferrato, Gavi, Alta Langa e dell’associazione Produttori Moscato Associati, la consegna nelle mani di Andrea Desana del premio “Piemonte Anteprima Vendemmia”, assegnato quest’anno alla memoria del padre senatore Paolo Desana, principale promotore e primo firmatario della famosa legge 930 che nel 1963 segnò la nascita delle denominazioni di origine (controllata e controllata e garantita) per i vini italiani.